Sono le parole di una persona estremamente provata, quelle affidate al Messaggero dalla schermitrice ubzeka di 17 anni che la scorsa estate ha denunciato tre ragazzi italiani di averla stuprata nel corso di un ritiro della Federscherma a Chianciano Terme, in provincia di Siena. La ragazza, la cui identità è rimasta anonima per motivi di privacy, ha raccontato quanto accaduto prima e dopo la presunta violenza, spiegando di sentirsi “a pezzi”.
Le dichiarazioni della schermitrice ubzeka che ha denunciato lo strupro di Chianciano
Sto cercando di non leggere le notizie che mi riguardano perché purtroppo mi fa male, malissimo. Rivivo la stessa angoscia. Mi guardo allo specchio e mi vedo come se fossi a pezzi, una persona danneggiata. Non riesco a dormire, fatico a concentrarmi, davanti a me vedo il buio. So che tutti sono preoccupati per me e questo mi dispiace,
ha dichiarato la schermitrice al Messaggero, raccontando quando accaduto prima e dopo lo stupro che avrebbe subìto nella notte tra il 4 e il 5 agosto 2023 all’interno di una stanza dell’hotel in cui sia lei che i tre ragazzi italiani indagati alloggiavano per un ritiro della Federscherma a Chianciano Terme, nel Senese.
Stando alla sua ricostruzione, gli amici – di 17, 18 e 20 anni – l’avrebbero prima drogata e poi violentata. La sera si erano recati tutti insieme in un bar situato di fronte all’hotel per festeggiare la conclusione delle gare che avevano disputato a Milano; la 17enne sostiene di aver bevuto qualcosa e di aver perso conoscenza.
Non ricordo nulla. Mi sono svegliata in una stanza semi incosciente, non avevo energia, non potevo muovermi,
ha detto. Subito dopo sarebbe tornata nella sua stanza, confidando alla sua compagna ciò che le era successo e allertando anche la madre, che immediatamente l’avrebbe raggiunta dall’estero e accompagnata in ospedale per farla visitare. Sul suo corpo i medici avrebbero trovato diversi lividi; nel suo sangue tracce di alcol e di droga.
La denuncia dell’avvocato difensore della 17enne
L’avvocato difensore della schermitrice, Luciano Guidarelli, ha accusato di “inerzia” sia la Procura di Siena, ritenendola colpevole di non aver attivato le norme del Codice rosso previste in casi simili a tutela delle vittime, sia la Federscherma, per non aver preso provvedimenti nei confronti dei tre atleti indagati, permettendo loro di continuare a gareggiare a stretto contatto con la giovane.
La prima ha risposto con una nota, facendo sapere di aver valutato come non necessarie le misure cautelari per i tre ragazzi al termine di lunghe e attente indagini; la seconda ha risposto mediante il suo presidente Paolo Azzi, sostenendo che i dovuti provvedimenti sul piano sportivo saranno presi solo nel momento in cui il racconto della 17enne dovesse essere confermato.
A quel punto, se si andasse a processo, la Federscherma potrebbe anche decidere di costituirsi parte civile come “parte lesa” della vicenda. Tra i prossimi passi compare ora l’incidente probatorio teso a verificare la capacità a testimoniare della ragazza. Un accertamento che, sempre secondo il suo avvocato, andava fatto, come lui aveva chiesto, nell’immediatezza degli eventi e non dopo sette mesi.
L’ennesimo caso di stupro
Le polemiche non si placano e sembrano ricordare, almeno in parte, quelle che avevano fatto seguito alla diffusione della notizia dello stupro subìto da una 19enne a Palermo. Notizia di cui oggi si è tornati a parlare con la richiesta di una condanna a 8 anni di reclusione per l’unico minorenne accusato insieme ad altri sei giovani della vicenda, che in Sicilia e non solo ha sconvolto tutti.
Il ragazzo, arrestato e inizialmente affidato a una comunità, era stato incarcerato dopo aver pubblicato sui social dei video in cui quasi “rivendicava” ciò che aveva fatto insieme ai suoi amici, nei confronti dei quali a breve si aprirà il processo con rito abbreviato. Al via a breve il dibattimento anche per i 7 ragazzi minorenni accusati di aver violentato sessualmente due cuginette di 10 e 12 anni al Parco Verde di Caivano in un arco temporale di due mesi, nell’estate del 2023.