Cesare Bocci si racconta in occasione dell’uscita del film per la tv “Margherita delle stelle”, in cui interpreta il papà della geniale astrofisica. Un ruolo che lo ha appassionato molto, perché gli ha permesso di portare sul schermo un genitore moderno ed esemplare nel sostegno continuo alla figlia per inseguire i suoi sogni. Nel corso della video intervista esclusiva con TAG24 c’è stato anche il tempo di parlare del successo di “Makari” e della possibilità che possa essere portato sullo schermo anche l’ultimo romanzo di Andrea Camilleri per chiudere il cerchio di “Montalbano”.
Cesare Bocci la video intervista per “Margherita delle stelle”
Cesare Bocci racconta a TAG24 quanto è importante portare sullo schermo la vita di Margherita Hack, una donna che ha saputo emanciparsi anche grazie al sostegno costante dei suoi genitori: “Credo sia importantissimo raccontare di queste donne perché perché ce n’è bisogno. Dobbiamo raccontare questi esempi positivi, poi bisogna sottolineare che Margherita Hack non era soltanto una donna libera ma anche una scienziata straordinaria”.
Sull’esempio dei genitori, in particolare del padre Roberto a cui presta il volto spiega: “L’esempio del padre e della madre è stato fondamentale, noi siamo quello che abbiamo respirato durante la nostra infanzia e lei ha respirato una casa dove si parlava di tutto ma soprattutto di libertà e di ideali. Le veniva insegnato che a volte bisogna pagare per poterli conservare ed inseguirli, poi quando è cresciuta è stata una donna libera”.
Un esempio quello di Margherita Hack soprattutto per i giovanissimi secondo l’attore: “È importantissimo perché non c’è niente di più bello che insegnare la libertà. Parlo della libertà di pensiero, la libertà di espressione, la libertà di amare e questa è la cosa più bella della vita. Ci sono l’amore e la libertà. Questa è stata Margherita Hack, la prima donna a dirigere un osservatorio a di Trieste e ha rappresentato un grande passo in avanti”.
Le conquiste femminili e la questione del patriarcato
Sulle conquiste femminili e il ruolo delle donne in ambienti maschili, con l’esempio di Cristiana Capotondi nel calcio, spiega che qualcosa è cambiato ma non può essere sufficiente: “È cambiato tanto, ma allo stesso tempo poco. C’è ancora tanto tanto da cambiare, c’è ancora una parità vera da raggiungere non solo per le quote che non devono esistere. Ci devono essere veramente il rispetto dell’intelligenza e della preparazione professionale, se questi stiano in un corpo maschile o in uno femminile non conta non e dobbiamo sdradicare questa cultura. Lo vediamo in politica, come hai detto tu nel calcio ed è difficile anche se si fanno tante battaglie. La cosa importante è continuarle”. Sull’accusa di patriarcato alla Rai che cancella il cognome delle donne dai titoli dei film e delle serie tv (il pensiero di Giulio Base a TAG24) sottolinea: “Questo non lo so sinceramente però suona bene ‘Margherita delle stelle’ non so perché i cognomi non ci siano. L’importante però è che si vedano”.
Il successo di Makari e la chiusura a un nuovo Montalbano
In chiusura c’è stato anche il tempo di parlare del grande successo di Makari, arrivato alla terza stagione e per molti erede di Montalbano non solo geograficamente: “Io glielo auguro a Claudio Gioè di poterlo fare per 20 anni, ma soprattutto che non perda i capelli (ride ndr). Loro di Makari sono bravi ed è una bella serie, il pubblico lo segue”, tornando sul discorso del parallelismo con Montalbano sottolinea: “Noi abbiamo avuto la fortuna di aver attinto agli scritti di Camilleri che ci hanno portato avanti per tanto tempo, per Makari è una situazione diversa. Voglio comunque fare alla fiction, non solo a Claudio l’augurio di andare avanti perché quando le fiction sono belle è giusto che proseguano”.
Quando gli chiediamo e ci sia la speranza di veder trasposto anche l’ultimo romanzo su Montalbano di Camilleri pubblicato post mortem invece è categorico: “Siamo in pensione, ormai è un capitolo chiuso”, quando lo incalziamo chiedendogli se lo definitivamente conferma seppur con una battuta “Penso proprio di sì, almeno che non ci richiamino perché non trovano nessun altro ma non credo accadrà”.