Il nostro sistema previdenziale offre diverse modalità di accesso alla pensione, consentendo il pensionamento con 31 anni di contributi, sia tramite la formula classica di vecchiaia che attraverso tre opzioni anticipate:

  1. Ape Sociale: Tuttavia, questa opzione non è disponibile per tutti i soggetti.
  2. Contratto di espansione: Riservato ai dipendenti di aziende con almeno 50 occupati, situati a non più di 5 anni (60 mesi) dal raggiungimento del diritto alla pensione di vecchiaia. Possono accedere coloro che hanno maturato il requisito minimo contributivo o anticipato, come definito nell’articolo 24, comma 10 del decreto legge numero 201 del 6 dicembre 2011, successivamente convertito nella legge numero 214 del 22 dicembre 2011.
  3. Isopensione: Rivolto ai lavoratori dipendenti di grandi aziende, con più di 15 impiegati, che soddisfano i requisiti per la pensione di vecchiaia entro 7 anni dalla presentazione della domanda per l’Isopensione. Questa misura gestisce l’eccedenza di personale nelle aziende di grandi dimensioni, promuovendo l’esodo dei lavoratori più anziani attraverso accordi con le organizzazioni sindacali più rappresentative a livello aziendale.

Altre formule di pensionamento anticipato, come la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; un anno in meno per le donne), Quota 103 e Quota 41 per lavoratori precoci (41 anni di contributi), Opzione Donna e la pensione per lavori usuranti (35 anni di contributi), non offrono alternative di uscita anticipate secondo le attuali disposizioni del sistema previdenziale.

Quanto si prende di pensione con 31 anni di contributi?

Pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia può essere ottenuta con 31 anni di contributi, seguendo gli attuali requisiti anagrafici e contributivi in vigore fino al 31 dicembre 2024: 67 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi versati.

Per calcolare l’importo dell’assegno pensionistico in questa situazione, si utilizza il sistema misto, considerando i contributi versati fino al 1995 (metodo retributivo) e quelli accumulati dal 1° gennaio 1996 in poi (metodo contributivo).

Supponiamo di avere un lavoratore dipendente di 67 anni, con 31 anni di contributi di cui 10 fino al 1995 e 21 dal 1996, e una retribuzione lorda annua di 28.000 euro.

Si individuano due quote: per la prima (retributiva), si moltiplica l’aliquota del 2% per gli anni di contributi fino al 1995 (20%), applicandola all’importo delle ultime retribuzioni percepite. La prima quota ammonta a circa 6.000 euro.

Per la seconda quota, si calcola il montante contributivo accumulato dal 1996 ad oggi, considerando che ogni anno il lavoratore accantona il 33% della sua retribuzione lorda. Questo risultato, moltiplicato per i 21 anni di contributi, dà un montante contributivo di 194.040 euro. Applicando il coefficiente di trasformazione del 5,723% a 67 anni, otteniamo 11.105 euro, la seconda quota.

Sommando le due quote (6.000 euro e 11.105 euro), si ottiene l’importo lordo di un anno di pensione: 17.105 euro, equivalente a circa 1.315 euro lordi al mese, corrispondenti a circa 1.000 euro netti al mese.

Per una retribuzione lorda annua di 25.000 euro, la pensione netta mensile è di circa 860 euro; con una retribuzione lorda annua di 23.000 euro, la pensione netta mensile si attesta intorno a 770-780 euro.

Ape Sociale

È possibile accedere all’anticipo pensionistico con 31 anni di contributi attraverso l’Ape Sociale.

L’opzione di pensionamento anticipato può essere richiesta al compimento dei 63 anni da diverse categorie di lavoratori, tra cui i disoccupati, i caregiver che assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave per almeno 6 mesi, e gli invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%.

Per essere idonei, è necessario avere almeno 30 anni di contributi versati (28 o 29 anni per le donne con due o più figli o un solo figlio, rispettivamente).

Le lavoratrici edili e le ceramiste che hanno avuto almeno un figlio possono accedere all’anticipo pensionistico con 31 anni di contributi (il minimo è fissato a 32 anni di contributi).

Al contrario, i lavoratori e le lavoratrici gravose devono aver versato almeno 36 anni di contributi (34 o 35 anni per le donne con due o più figli o un solo figlio).

L’importo dell’Ape Sociale corrisponde al valore della pensione maturata al momento della presentazione della domanda, con un limite massimo di 1.500 euro lordi al mese.