In occasione del centenario della nascita, la Rai ha deciso di raccontare la storia dell’astrofisica italiana Margherita Hack. Il film ripercorre la sua vita, dall’infanzia durante l’epoca fascista agli studi in astrofica che la porteranno a diventare la prima donna a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste. Ad interpretare l’astrofisica l’attrice Cristiana Capotondi.

Liberamente ispirata al libro “Nove vite come i gatti” di Margherita Hack e Federico Taddia, la sceneggiatura di Monica Zapelli si concentra sugli anni meno noti di Margherita Hack, sulla sua storia d’amore con Aldo De Rosa e sulla scelta anticonformista di non volere figli. Ma chi era davvero Margherita Hack? Andiamo a scoprire la carriera e le scoperte della più famosa astrofisica.

Chi è Margherita Hack, carriera e scoperte

Nata il 12 giugno 1922 a Firenze, Margherita Hack è considerata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana contemporanea. Nel capoluogo fiorentino, frequentò il liceo ma non ebbe la possibilità di sostenere l’esame di maturità a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Oltre ad essere una studentessa modello, la Hack fu anche un’atleta straordinaria: fu campionessa di salto in alto e di salto in lungo e giocò pure a pallacanestro. Frequentò la facoltà di fisica, laureandosi con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi, un lavoro condotto presso l’Osservatorio astronomico di Arcetri.

Subito dopo la laurea, nel 1954, si trasferì all’Osservatorio di Merate, una succursale dello storico Osservatorio di Brera, poi nel 1964 a Trieste, dove iniziò a lavorare alla radioastronomia. Nello stesso periodo, tenne anche corsi di astrofisica e di radioastronomia presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Milano iniziando a collaborare con università straniere in qualità di ricercatore in visita, in particolare con l’Università di Berkeley (California), l’Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey), l’Institut d’Astrophysique di Parigi (Francia), gli Osservatori di Utrecht e Groningen (Olanda) e l’Università di Città del Messico.

Nel 1980 a Trieste diede vita ad un “Istituto di Astronomia” che fu poi sostituito nel 1985 da un “Dipartimento di Astronomia”: la scienziata fu direttrice fino al 1990 diventando la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico. Margherita Hack intraprese anche la carriera come divulgatrice scientifica arrivando a pubblicare oltre 250 lavori originali su riviste internazionali. E’ deceduta a Trieste il 29 giugno 2013 dopo una settimana di ricovero in ospedale.

Marito e figli

Margherita Hack si sposò nel 1944 con Aldo De Rosa. All’inizio l’astrofisica non era convinta di sposarsi in chiesa ma cedette per accontentare i genitori cattolici di Aldo:

“Ma i genitori di Aldo erano religiosi, erano credenti, ci tenevano… Il mio abito da sposa? Un cappotto rivoltato. Celeste, credo. E cosa portavo sotto non me lo ricordo neppure. Niente di speciale comunque. Anche Aldo aveva un cappotto rivoltato. Una cerimonia semplicissima, eravamo sette o otto persone in tutto”.

I due si erano conosciuti da bambini ma il colpo di fulmine scattò quando entrambi erano all’università. Fu proprio Aldo a supportarla nella sua carriera di astrofisica e a seguirla quando si trasferì all’Osservatorio di Trieste. La coppia non ebbe figli. L’astrofisica non ne ha mai voluto sapere e in un’intervista aveva rivelato i motivi di questa particolare scelta:

“Mai, mai. Noi i figlioli non si volevano. C’è chi è portato e chi non è portato: io non sono portata. Da ragazza poi mi dava molta noia tutta quella propaganda di Mussolini secondo cui le donne dovevano fare figlioli per forza, e anche tanti. Oggi c’è molta retorica attorno alla maternità. Io preferisco i gatti. Mi hanno cresciuta nel modo più libero, senza ancorarmi ai ruoli femminili, inculcandomi due valori fondamentali: la libertà e la giustizia. Una grande fortuna per me”.

Il marito Aldo De Rosa , è morto il 26 settembre 2014 all’età di 94 anni, per complicazioni legate alla malattia d’Alzheimer. Sia Margherita che Aldo sono sepolti nel cimitero monumentale Sant’Anna di Trieste.