Il giudice per le indagini preliminari di Agrigento Iacopo Mazzullo ha autorizzato la perizia psichiatrica di parte su Omar Edgar Nedelkov, il 24enne di origini romene arrestato per il duplice omicidio di Maria Rus e Delia Zarniscu a Naro. L’obiettivo della difesa è dimostrare la sua incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti dei quali è accusato.
Ok alla perizia psichiatrica per il 24enne accusato del duplice omicidio di Naro
Contro il 24enne la Procura ha raccolto prove molto robuste: il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il pubblico ministero Elettra Consoli, titolari delle indagini che lo riguardano, gli contestano il duplice omicidio aggravato dalla crudeltà e la distruzione del cadavere di una delle vittime.
Stando a quanto ricostruito finora, la sera del 4 gennaio scorso avrebbe ucciso le sue connazionali Maria Rus e Delia Zarniscu, di 54 e 58 anni, nelle rispettive abitazioni di Naro, ad Agrigento, dopo aver cenato insieme a un conoscente dalla seconda.
Sembra che fosse ubriaco e che avesse fatto uso di sostanze stupefacenti quando, dopo essere stato respinto sessualmente da Zarniscu, si sarebbe recato a casa di Rus, a circa 200 metri di distanza, abusando di lei dopo averla immobilizzata su una poltrona per poi accoltellarla e darle fuoco.
Poi sarebbe tornato dalla donna che aveva rifiutato le sue avances, aggredendola con violenza: dopo averle strappato i capelli e averle cavato un occhio, l’avrebbe colpita con diversi oggetti fino a lasciarla esanime e, nel tentativo di salvarsi, si sarebbe messo in contatto con un amico 50enne, chiedendogli di raggiungerlo e di coprirlo, salvo poi aggredire anche lui.
Era stato l’uomo a dare l’allarme: una volta arrivato a casa della seconda vittima, resosi conto dell’accaduto, era riuscito a dileguarsi e aveva chiamato le forze dell’ordine, che immediatamente erano giunte sul posto e avevano tratto in arresto il 24enne.
Ad incastrarlo, oltre alle testimonianze delle persone intervenute dopo gli omicidi, sarebbero stati anche i filmati di alcune telecamere di videosorveglianza, che lo avrebbero ripreso mentre, seminudo, guardava dalla strada all’interno dell’abitazione della prima vittima pochi attimi prima di ucciderla.
La questione della capacità di intendere e di volere
Lo psichiatra che lo visiterà in carcere su richiesta del suo avvocato difensore, Diego Giarratana, dovrà stabilire se al momento dei fatti fosse capace di intendere e di volere oppure no: se fosse giudicato “seminfermo“, in caso di condanna avrebbe diritto a uno sconto di pena; se fosse giudicato “totalmente incapace” non sarebbe, invece, imputabile.
In un’esclusiva intervista rilasciata a Tag24 alla vigilia di una fiaccolata organizzata in memoria delle vittime, la sindaca di Naro, Maria Grazia Brandara, si era riferita a lui parlando di una “persona comune”. Prima del duplice omicidio era stato accusato di furto ai danni di un’azienda agricola del paese dove lavorava e poi d’aver appiccato un incendio nelle serre della stessa proprietà.
Davanti al gip che ne aveva convalidato il fermo, disponendone la misura cautelare in carcere, si era avvalso della facoltà di non rispondere, come aveva fatto anche con i magistrati della Procura, secondo cui avrebbe agito con “violenza inaudita”, “al solo scopo di provocare sofferenza” nelle vittime, per poi tentare di depistare le indagini, asserendo che fosse stato al bar con la fidanzata, la notte degli omicidi.
Un falso alibi, smontato sia dalla fidanzata stessa, che in caserma aveva ammesso di essere stata convinta dal 24enne a confermare la sua versione dei fatti, sia dalla madre, che aveva detto di averlo visto cambiarsi i vestiti sporchi di sangue.