Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, condannati a tre anni per tentata violenza sessuale di gruppo su Martina Rossi, la ventenne genovese morta nell’agosto del 2011, sono usciti dal carcere. Dopo la semilibertà, hanno ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali.

Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Firenze, in due provvedimenti distinti. Albertoni ha ottenuto l’affievolimento del regime della pena lo scorso mese, mentre Vanneschi già a luglio 2023.

Caso Martina Rossi, affidamento in prova ai servizi sociali per Albertoni e Vanneschi

I due trentenni sono stati condannati in via definitiva nell’ottobre del 2021 per la morte della ragazza, precipitata da un balcone di un albergo a Palma di Maiorca (Spagna), dove stava trascorrendo una vacanza.

Nella stessa struttura si trovavano anche Albertoni e Vanneschi. I due l’avevano ospitata nella propria stanza, dato che quella di Martina era occupata dalle sue compagne di viaggio insieme agli amici dei ragazzi aretini.

Secondo la sentenza, i due cercarono in quell’occasione di stuprarla: Martina, per salvarsi, uscì sul terrazzo e cercò di scavalcarlo per raggiungere il balcone di fianco, cadendo nel vuoto.

I due, oggi trentenni, già dopo un anno avevano beneficiato del regime di semilibertà per lavorare nelle aziende dei loro genitori, rientrando in cella soltanto la sera. Fino alla decisione del tribunale di sorveglianza di Firenze, che permetterà loro di scontare il resto della pena in affidamento ai servizi sociali.

Albertoni e Vanneschi sono obbligati a svolgere attività di volontariato della loro zona, mentre la sera non possono uscire dal proprio domicilio. La loro condanna terminerà all’inizio del 2025.

I genitori di Martina Rossi: “Non hanno mai chiesto scusa”

La notizia ha creato una profonda amarezza nei genitori di Martina Rossi, scomparsa ormai quasi 13 anni fa.

La madre Franca, come riportato dal Corriere Fiorentino, ha dichiarato:

Così si dà solo il cattivo esempio ai giovani, non si sono mai pentiti.

Mentre il padre Bruno ha sottolineato che, purtroppo, nessuno gli ridarà sua figlia

ma questi ragazzi non si sono mai degnati nemmeno di chiedere scusa. Il minimo era che scontassero la pena in carcere.

Una vicenda lunga undici anni

La vicenda legata alla morte di Martina Rossi è durata ben undici anni. Prima l’archiviazione da parte della polizia spagnola per suicidio. Poi la riapertura del caso, grazie ai genitori della ventenne che si sono sempre battuti per la verità, con un processo di primo grado ad Arezzo e due processi d’Appello a Firenze.

Infine il pronunciamento definitivo della quarta sezione penale della Cassazione che, dichiarando inammissibili i ricorsi della difesa dei due giovani, li ha condannati in via definitiva a 3 anni per la tentata violenza di gruppo.

Il reato di morte come conseguenza di altro reato era già prescritto.

Un altro caso di violenza sessuale di gruppo che ha indignato l’opinione pubblica è quello avvenuto a Catania lo scorso gennaio ai danni di una 13enne, con il fidanzatino costretto ad assistere alle violenze.