La pensione di reversibilità è un emolumento pensionistico erogato agli aventi diritto in seguito al decesso di un familiare stretto, come ad esempio il coniuge. Ma si ha diritto a ricevere la pensione anche in caso di separazione o divorzio?
Pensione reversibilità al coniuge separato o divorziato
La pensione di reversibilità può essere fruita anche dal coniuge separato, a condizione che l’iscrizione all’INPS da parte del pensionato o del lavoratore si sia verificata prima della separazione legale con sentenza. Nel caso di coniuge separato con addebito, è fondamentale che possa beneficiare della pensione solo se è detentore di un assegno di mantenimento stabilito dal Tribunale competente.
Se il coniuge defunto non ha contratto nuove nozze, il coniuge divorziato può accedere alla pensione, a patto che anche lui non si sia risposato e sia titolare di un assegno di divorzio. Tuttavia, è importante sottolineare che nel caso in cui il coniuge superstite contragga matrimonio con un altro individuo, perderà il diritto alla pensione. In tal caso, gli sarà comunque concesso un assegno una tantum, corrispondente a due annualità della quota di pensione in pagamento, compresa la tredicesima mensilità, secondo la misura spettante alla data del nuovo matrimonio.
Nel caso in cui, invece, il coniuge defunto si sia risposato dopo il divorzio, sarà compito del Tribunale suddividere l’assegno di reversibilità tra il coniuge superstite e il coniuge divorziato.