È possibile andare pensione con 29 anni di contributi, ma le vie disponibili sono limitate e complesse.
Un periodo contributivo di 29 anni non è sufficiente per accedere a formule di pensione anticipate come l’anticipata ordinaria (richiedente 42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne), Quota 103 o Quota 41 precoci (richiedente 41 anni di contributi), Opzione Donna (richiedente 35 anni) e la pensione per lavori usuranti (richiedente 35 anni).
In linea di principio, con l’Ape Sociale, è possibile pensionarsi con 29 anni di contributi anziché 30, 32 o 36 anni richiesti. Tuttavia, questa opzione è riservata alle donne disoccupate, caregiver o invalide civili che abbiano avuto un figlio.
Per i lavoratori invalidi, rimane attiva la possibilità di accedere anticipatamente alla pensione di vecchiaia riservata a loro, come dettagliato nei prossimi paragrafi.
Quanto si prende di pensione con 29 anni di contributi?
Un lavoratore che desidera andare in pensione con 29 anni di contributi ha dunque le seguenti opzioni:
- pensione di vecchiaia,
- Ape Sociale per le donne con figli,
- pensione per invalidi civili.
Pensione di vecchiaia
Questa anzianità contributiva è sufficiente per la pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi). Tuttavia, per calcolare l’assegno mensile, si deve utilizzare un approccio misto, considerando che i 29 anni di contributi sono stati versati prima e dopo il 1996.
Immaginiamo un lavoratore di 67 anni con 29 anni di contributi, di cui 9 versati fino al 1995 e 20 dal 1996 ad oggi, con una retribuzione lorda annua di 28.000 euro.
Per la prima quota, utilizziamo le regole del retributivo, moltiplicando l’aliquota del 2% per gli anni di contributi fino al 1995 (9 anni) e applicando la percentuale (18%) alle ultime retribuzioni percepite. La prima quota sarà approssimativamente di 5.400 euro.
La seconda quota viene calcolata con le regole del contributivo, individuando il montante contributivo (il 33% per i dipendenti privati) e applicando il coefficiente di trasformazione. Per esempio, con una retribuzione di 28.000 euro, il montante contributivo è di 184.800 euro, e il coefficiente di trasformazione a 67 anni è del 5,723%. Quindi, la seconda quota sarà di 10.576 euro.
Sommando le due quote, otteniamo l’importo lordo annuale della pensione: 15.976 euro, equivalente a circa 1.229 euro lordi al mese o circa 900 euro netti al mese.
Con una retribuzione di 25.000 euro lordi annui, la pensione si attesterà a circa 830 euro netti al mese, mentre con una retribuzione di 23.000 euro lordi l’anno, si otterrà una pensione di circa 750 euro netti al mese.
Ape Sociale per donne
Come già menzionato, è possibile accedere alla pensione con 29 anni di contributi attraverso l’Ape Sociale, ma questa opzione è riservata esclusivamente alle donne che hanno avuto almeno un figlio.
Le potenziali beneficiarie devono soddisfare determinati requisiti, come essere disoccupate, svolgere il ruolo di caregiver per almeno 6 mesi (prestando assistenza al coniuge o a un familiare fino al 2° grado di parentela con grave disabilità), oppure essere invalide civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%.
Per queste donne, è previsto uno sconto contributivo di un anno (se hanno avuto 2 o più figli, lo sconto aumenta a 2 anni). Analogamente, uno sconto di contribuzione di un anno è garantito alle lavoratrici edili o ceramiste (anziché 32 anni di contributi, ne serviranno 30 o 31) e alle lavoratrici impiegate in mansioni gravose (anziché 36 anni di contributi, ne saranno sufficienti 34 o 35).
Va sottolineato che il diritto all’Ape Sociale si attiva al compimento dei 63 anni e accompagna il lavoratore o la lavoratrice fino all’età pensionabile di 67 anni. Mensilmente, l’INPS eroga un assegno pari all’importo della pensione accumulata fino alla data di presentazione della domanda per l’Ape Sociale, con un limite massimo di 1.500 euro lordi al mese.
Pensione per invalidi
Infine, per i lavoratori invalidi civili del settore privato, esiste la possibilità di accedere alla pensione con 29 anni di contributi grazie alla pensione di vecchiaia per invalidi civili.
Questa opzione è disponibile per coloro che abbiano accumulato almeno 20 anni di contributi e presentino un grado di invalidità lavorativa riconosciuto pari o superiore all’80%, confermato attraverso una visita medica.
Gli uomini possono richiedere la pensione a partire dai 61 anni, mentre le donne possono farlo dai 56 anni. Tuttavia, se l’invalidità coinvolge la vista, l’età per accedere alla prestazione scende a 56 anni per gli uomini e 51 anni per le donne.