Lazio-Milan non finisce mai. Le polemiche sulla partita che si è giocata venerdì 1 marzo 2024 allo Stadio Olimpico, vinta dai rossoneri con un goal di Okafor nei minuti finali, continuano anche tre giorni dopo: nel mirino c’è l’arbitro Di Bello che a dire della società biancoceleste ha condizionato una gara fondamentale per la corsa europea della Lazio. Nel corso del match sono stati espulsi tre giocatori: il rosso più discusso è quello al 58esimo minuto per Pellegrini dopo un fallo sul rossonero Pulisic, il tutto mentre l’attaccante della Lazio Castellanos era a terra. Le altre due espulsioni – Marusic e Guendouzi – sono arrivate nei minuti finali in un clima molto teso.
L’ex arbitro internazionale e amministratore delegato della Ternana femminile Paolo Tagliavento ha commentato, in esclusiva a Tag24.it, l’episodio che ha visto coinvolto Pellegrini.
Polemiche su Lazio-Milan, Tagliavento a Tag24: “Serviva una migliore comunicazione”
Polemiche infinite sui social dove tantissimi tifosi hanno contestato le scelte di Di Bello. Sulla vicenda si è espresso anche Paolo Tagliavento che imputa l’errore principale del fischietto brindisino alla scarsa comunicazione con il resto della terna arbitrale. “Di Bello non ha visto l’infortunio della Lazio e lui per fare bene aveva necessità di un quadro generale della situazione, ma è anche vero che in quella situazione fare bene era facile” spiega “agli arbitri viene detto che non devono fermare il gioco per gli infortuni ma è anche vero che se qualcuno sbatte la testa devono fermare assolutamente il gioco. E’ mancato che il quarto uomo doveva informare il suo collega, lì poi è anche una situazione di elasticità mentale da parte dell’arbitro stesso, a quel punto, a meno che non sei un pazzo scatenato, fermi il gioco”.
Secondo Tagliavento, insomma, c’è una concausa di responsabilità che pochi hanno ravvisato, considerato che il quarto uomo avrebbe dovuto informare l’arbitro del tipo di infortunio. “Nessuno si aspettava che il giocatore del Milan avrebbe fatto pressing, se ti manca la parte dove c’è stato l’infortunio alla testa devi fischiare e dare il giallo” spiega Tagliavento a Tag24.
La forza del gruppo arbitrale e le recenti polemiche
Non solo Lazio-Milan, anche Torino-Fiorentina arbitrata da Matteo Marchetti è finita in polemica. Recentemente per gli arbitri sembrano messi costantemente sotto processo quando si tirano le somme su un turno di Serie A. “Chi sceglie di fare l’arbitro sa a cosa va incontro, negli ultimi 2-3 anni la Var ha abbassato le polemiche al punto di non creare peli sullo stomaco agli arbitri quando le tensioni si alzano” afferma Tagliavento ribadendo che questo “non è il caso di Di Bello che ha esperienza e dirige le gare da 10 anni in Serie A“.
L’indagine delle Iene sugli arbitri pentiti
Alla domanda se l’inchiesta del programma Mediaset “Le Iene” sulla classe arbitrale possa aver condizionato i direttori di gara, Tagliavento risponde così:
“Negli arbitri c’è sempre stato chi si sente vittima dell’ingiustizia per non aver raggiunto certi obiettivi. Quando ero in attività chi non raggiungeva gli obiettivi era perché non aveva le qualità, difficilmente ho visto un arbitro forte non arrivare a fare un certo tipo di carriera. Negli arbitri c’è sempre un numero importante di insoddisfatti tra la A e la B ma lo sono per proprie incapacità, accusare gli altri perché qualcuno è fortunato o è portato avanti da altri mi lascia molti dubbi” spiega.
Infine Tagliavento ricorda la gestione della classe arbitrale quando era ancora in attività raccontando che a partire da Collina ci sono sempre persone che “hanno gestito tenendo la politica dell’Aia lontana dai 90′ in campo, non ci siamo mai fatti influenzare da quello che la politica arbitrale faceva fuori dai campi di Serie A, si andava in campo cercando di fare il meglio…se questo è cambiato negli ultimi anni non lo so ma sarebbe grave“.