Ho diritto alla Naspi in caso di dimissioni volontarie? E’ una domanda comune, soprattutto quando si considera un cambiamento di lavoro per migliorare il proprio benessere. Talvolta, le dinamiche in ufficio, i rapporti con i colleghi o l’ambiente lavorativo generale possono spingere a considerare l’opzione del licenziamento.

Se mi licenzio ho diritto alla Naspi?

In generale, un dipendente può beneficiare dell’assegno di disoccupazione solo in caso di dimissioni per giusta causa. È essenziale distinguere tra “dimissioni” e “licenziamento”, poiché quest’ultimo è tipicamente attuato dal datore di lavoro.

Le dimissioni di un dipendente possono rientrare in due categorie principali, ciascuna con le sue caratteristiche distintive:

  1. Circostanze Negative:
    • Il lavoratore è costretto a prendere questa decisione a causa di circostanze negative che rendono insostenibile la sua permanenza nell’azienda.
    • Le dimissioni volontarie in questo contesto sono spesso una scelta per evitare ingiustizie gravi.
  2. Valutazioni Personali:
    • Il soggetto fa valutazioni personali, come ad esempio il desiderio di assistere o stare vicino a un familiare bisognoso, l’incapacità di sviluppare una carriera adeguata o antipatie verso i colleghi.
    • In questo caso, le dimissioni sono motivate da ragioni personali.

Per quanto riguarda la disoccupazione, l’assegno, noto come Naspi, viene erogato solamente nel primo caso di dimissioni per giusta causa. In caso di dimissioni per ragioni personali, non è garantito il sostegno economico dello Stato, che intende assistere coloro che si trovano in difficoltà per motivi indipendenti dalla loro volontà.

Quali sono le giuste cause per le dimissioni?

L’Inps con la Circolare 94/2015 considera “giuste cause” per le dimissioni:

  • mobbing
  • comportamento ingiurioso del superiore nei confronti del dipendente
  • richiesta di effettuare operazioni illecite
  • molestie sessuali del datore di lavoro nei confronti del sottoposto
  • demansionamento, cioè una diminuzioni delle mansioni richieste, tale da pregiudicare la carriera professionale
  • mancato pagamento dello stipendio, o effettuato in ritardo 
  • non sono stati versati i contributi
  • dovere subire un’ingiustizia senza potersi difendere: litigio con i colleghi che non può essere evitato a causa dell’inferiorità gerarchica o dovuto all’inferiorità numerica. 

Quali sono i requisiti per ricevere la Naspi?

Oltre alla perdita di lavoro involontaria o per giusta causa, è necessario possedere ulteriori due requisiti per accedere all’assegno di disoccupazione:

  1. Requisito Lavorativo:
    • Si richiede un impiego di almeno 30 giornate effettive nei 12 mesi precedenti all’eventuale periodo di disoccupazione.
  2. Requisito Contributivo:
    • È necessario aver versato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti al periodo di disoccupazione.

In aggiunta, è fondamentale essere iscritti al Centro per l’impiego, dichiarare la disponibilità immediata a svolgere un’altra attività lavorativa e partecipare alle misure di politica attiva concordate.