È possibile andare in pensione con 26 anni di contributi secondo il nostro sistema previdenziale, ma le opzioni sono limitate a quattro alternative.

Oltre alla pensione di vecchiaia, che può essere richiesta al raggiungimento dei 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi, esistono altre tre alternative con una tale anzianità contributiva:

  • la pensione anticipata contributiva,
  • la pensione di vecchiaia con la RITA,
  • la pensione anticipata per invalidi civili.

Quanto si prende di pensione con 26 anni di contributi?

Con 26 anni di contributi, è possibile richiedere la pensione di vecchiaia, mantenendo fino al 31 dicembre 2024 i requisiti attuali: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati.

Tuttavia, è fondamentale distinguere tra i 26 anni di contributi accumulati prima e dopo il 1996 e quelli maturati esclusivamente dal 1° gennaio 1996 in poi. Mentre chi ha contribuito sia prima che dopo il 1996 può accedere alla pensione di vecchiaia calcolando l’assegno con il sistema misto, i contributi puri devono soddisfare un requisito aggiuntivo: l’importo dell’assegno deve essere almeno 1,5 volte l’importo dell’Assegno Sociale, che nel 2023 corrisponde a 754,90 euro.

Pertanto, se l’assegno è inferiore a 754,90 euro, non si ha diritto alla pensione di vecchiaia, anche se si soddisfano i requisiti anagrafici e contributivi.

Pensione di vecchiaia

Consideriamo un lavoratore dipendente con 26 anni di contributi, tutti accumulati dal 1996 in poi, 67 anni di età e un reddito annuo lordo di 23.000 euro. Per determinare l’entità della sua pensione, dobbiamo identificare il montante contributivo, che rappresenta il 33% di ogni retribuzione lorda annua, moltiplicato per gli anni di contributi. Il 33% di 23.000 euro equivale a 7.590 euro, risultando in un montante contributivo di 197.340 euro per i 26 anni di contributi.

Su questa cifra si applica il coefficiente di trasformazione del 5,723% a 67 anni, risultando in 11.293,77 euro, l’importo lordo annuo della pensione, equivalente a circa 868,75 euro lordi al mese. Con tale importo, il lavoratore può accedere alla pensione a 67 anni, avendo versato 26 anni di contributi.

Tuttavia, nel caso di un reddito più basso, come ad esempio 19.000 euro lordi al mese, la pensione prevista sarebbe di 717,66 euro lordi al mese, situandosi al di sotto della soglia minima stabilita dalla legge. In questa circostanza, il lavoratore avrebbe come unica opzione quella di attendere fino al compimento dei 71 anni di età per richiedere la pensione.

Pensione anticipata contributiva

E’ possibile accedere alla pensione anticipata contributiva a 64 anni con 26 anni di contributi, ma questa possibilità si applica solo se l’intera anzianità contributiva è stata acquisita a partire dal 1° gennaio 1996. Tuttavia, va sottolineato che l’assegno deve essere almeno 2,8 volte l’importo dell’Assegno Sociale, fissato nel 2023 a una soglia minima di 1.409,16 euro lordi al mese.

Questo requisito è piuttosto rigoroso, rendendo l’accesso a questa prestazione estremamente difficile. In base a un calcolo approssimativo, è possibile accedere alla pensione anticipata contributiva solo con un reddito lordo annuo superiore a 45.000 euro.

Pensione anticipata per invalidi

Anche i lavoratori invalidi civili impiegati nel settore privato possono accedere alla pensione anticipata con 26 anni di contributi versati, grazie alla pensione anticipata per invalidi civili. Questa opportunità è riservata a coloro con un’invalidità riconosciuta pari o superiore all’80% e con almeno 20 anni di contributi. Gli uomini possono accedervi a 61 anni, mentre le donne a 56 anni. Nel caso di invalidità visiva, l’accesso è consentito agli uomini a 56 anni e alle donne a 51 anni.

RITA

Un’altra opzione per andare in pensione con 26 anni di contributi è la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata). Questa opzione è aperta a coloro che hanno versato almeno 20 anni di contributi ordinari e 5 anni in un fondo pensione complementare. Con la RITA, è possibile accedere alla pensione con un anticipo di 5 anni, ossia a 62 anni di età.

Se il richiedente è disoccupato da almeno 2 anni e ha versato 20 anni di contributi ordinari e 5 anni in un fondo complementare, il privilegio si estende a 10 anni, consentendo l’accesso alla pensione a 57 anni di età.