Scopri cosa provoca l’anemia emolitica, le cause e le cure. Si tratta di una condizione in cui il corpo distrugge i globuli rossi più velocemente di quanto riesca a sostituirli.
Tra le cause ci sono problemi genetici, infezioni, reazioni allergiche e altro ancora. La cura dipende dalla gravità e dalla causa sottostante e può includere terapie farmacologiche, trasfusioni di sangue o interventi chirurgici.
Scendiamo nei dettagli e vediamo in cosa consiste questo disturbo.
Cos’è l’anemia emolitica?
L’anemia emolitica autoimmune è una malattia del sangue caratterizzata da una diminuzione anomala del numero dei globuli rossi. Provoca gli stessi sintomi dell’anemia classica.
L’anemia si riferisce a un livello anormalmente basso di emoglobina (una proteina presente nei globuli rossi che garantisce il trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai tessuti).
È caratterizzata più da una distruzione dei globuli rossi da parte dell’organismo. Può essere collegata a malattie autoimmuni caratterizzate da una disfunzione del sistema immunitario e che portano alla produzione di auto-anticorpi che attaccano i globuli rossi, oppure può essere la conseguenza dell’utilizzo di alcuni farmaci.
Cosa provoca l’anemia emolitica, ecco le cause
Le possibili cause dell’anemia emolitica includono fattori ereditari o acquisiti.
L’anemia può essere quindi provocata da problemi genetici o essere provocata da trattamenti farmacologici, avvelenamenti, infezioni setticemiche, impianto di protesi cardiache o morsi di serpenti velenosi.
Quando l’emolisi è causata da fattori esterni al corpo, come anticorpi, tossine o infezioni, si parla di anemia emolitica extracorpuscolare.
Al contrario, se l’emolisi è dovuta a problemi specifici delle cellule del sangue, come anomalie nelle membrane o nell’emoglobina (come la talassemia o l’anemia falciforme), si definisce anemia emolitica corpuscolare. È importante comprendere qual è la causa, per identificare e curare al meglio questa condizione.
Quali sono i sintomi dell’anemia emolitica
I sintomi dell’anemia emolitica sono simili a quelli dell’anemia tradizionale e includono:
- pallore;
- vertigini;
- sensazione di ronzio nelle orecchie;
- stanchezza e aumento della frequenza respiratoria.
Inoltre, l’anemia emolitica può causare anche ittero, un’alterazione della pelle e degli occhi dovuta a un’elevata quantità di bilirubina nel sangue. È importante essere consapevoli di questi segni e sintomi per una diagnosi e un trattamento tempestivi.
Come si diagnostica l’anemia emolitica?
La diagnosi dell’anemia emolitica si basa su esami del sangue. Quando si sospetta un’anemia, viene eseguito un emocromo completo per verificare la presenza di una diminuzione dell’emoglobina. Se l’anemia è confermata, viene analizzato il volume medio delle cellule rosse (MCV) per determinare il tipo di anemia.
Inoltre, viene valutato il numero di globuli rossi immaturi, chiamati reticolociti, che può essere aumentato. Per identificare la causa dell’anemia, soprattutto nel caso di anemia emolitica autoimmune, viene eseguito il “test diretto di Coombs”, che rileva la presenza di anticorpi contro i globuli rossi. Ulteriori esami del sangue possono essere necessari per individuare eventuali altre malattie autoimmuni.
Come si cura l’anemia emolitica
Per trattare l’anemia emolitica, il primo passo è consultare il medico di famiglia se si avverte stanchezza persistente o sintomi sospetti.
Il medico potrebbe decidere di trattare direttamente il problema o indirizzare il paziente verso uno specialista (ematologo) a seconda dei risultati ottenuti.
Il trattamento dipende dalla causa dell’anemia: se è causata da una sostanza tossica o da un farmaco, la rimozione o il trattamento di questa causa può essere sufficiente.
Se è legata a una malattia autoimmune, come nel caso della soppressione o del trattamento della risposta immunitaria anomala, potrebbe essere necessario il cortisone per via orale.
In caso di malattie dei globuli rossi incurabili come l’anemia falciforme o la talassemia, il trattamento si basa principalmente sul sollievo dei sintomi.
Sottoponiti con regolarità alle analisi del sangue, in modo da identificare tempestivamente eventuali anomalie e ricevere un trattamento appropriato.