Il controverso caso di Chico Forti potrebbe presto vedere una svolta. Secondo quanto afferma il consulente legale della famiglia, in Italia potrebbe essere concessa la libertà condizionale. Un passo che, dopo 26 anni dall’applicazione dell’ergastolo e in presenza di una condotta irreprensibile, potrebbe portare Forti fuori dal carcere.
Caso Chico Forti, potrebbe ottenere la libertà vigilata in Italia consulente legale: chiarimenti sulla normativa
Alexandro Tirelli, consulente legale della famiglia Forti e direttore dell’Alta scuola estradizione della Camera penale internazionale, spiega che la normativa prevede la possibilità di richiedere la libertà condizionale dopo un periodo di 26 anni dall’applicazione dell’ergastolo. Questa concessione è subordinata al rispetto di una condotta irreprensibile da parte del condannato.
Tirelli sottolinea che se Forti ottenesse la libertà condizionale, inizierebbe un periodo di cinque anni di libertà vigilata. Al termine di questo periodo, se non commettesse ulteriori reati, potrebbe ottenere la piena libertà.
Le opposizioni
Nonostante la possibilità offerta dalla normativa italiana, ci sono opposizioni da parte del governatore della Florida, Ron DeSantis. Tuttavia, sia l’amministrazione Trump che quella di Biden hanno sempre favorito l’applicazione del trattato tra Italia e Stati Uniti, che offre la possibilità a una persona condannata in uno dei due Paesi di scontare la pena in patria. Il nodo dell’ergastolo senza condizionale è stato uno degli ostacoli principali nella trattativa fino a questo momento.
Il caso di Chico Forti: la vicenda
La vicenda di Chico Forti inizia nel 1998, quando viene ritrovato a Miami il corpo di Dale Pike, cittadino australiano di 42 anni. In quegli anni, Chico Forti, primo italiano in Coppa del mondo di Windsurf, stava trattando col padre di Dale Pike, Anthony Pike, per comprare il suo albergo. Secondo l’accusa, l’omicidio sarebbe stato compiuto con il movente di una truffa ai danni di Anthony Pike.
La sentenza riporta che Forti è stato condannato all’ergastolo, per
“Aver personalmente e/o con altra persona o persone allo stato ancora ignote […] provocato, dolosamente e preordinatamene, la morte di Dale Pike”.
Forti si è sempre dichiarato innocente e condannato a causa di un errore giudiziario. Si trova in carcere da 24 anni e ha rischiato la sedia elettrica, oltre ad essere stato condannato all’ergastolo senza appello. Ora, si avvicina il rientro in Italia, dopo l’okay al trasferimento dato dagli Stati Uniti.
Il legale della famiglia Forti ha inoltre spiegato:
“avendo già scontato ormai 24 anni, ritengo che il Tribunale di sorveglianza debba riconoscergli i benefici di legge, quindi uno sconto di pena di tre mesi per ogni anno di pena sofferta in prigione”.