Prima calciatore, poi allenatore, Ezio Sella ha vissuto esperienze importanti e si è tolto tante belle soddisfazioni. Innamorato del calcio da sempre, attaccante di ruolo, è cresciuto nella giovanili della Roma, ma è con la Fiorentina che è riuscito a consacrarsi. I giallorossi però, li ha ritrovati qualche anno dopo, quando aveva ormai appeso gli scarpini al chiodo. Ripartendo dalle giovanili, ha fatto una lunga gavetta, allenando prima i più piccoli, poi la Primavera, fino ad arrivare alla prima squadra. Unidici anni in totale di amore immenso. Per commentare i risultati dei giallorossi ripartendo da Monza-Roma e parlare dell’importanza di De Rossi, Ezio Sella è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Roma, l’impronta di De Rossi: Ezio Sella a Tag24

Sei vittorie su sette partite, i numeri di De Rossi bastano a spiegare la magia che si è attivata dal suo arrivo sulla panchina giallorossa. Vittorie pesantissime, che hanno portato al passaggio del turno in Europa League (giovedì l’andata degli ottavi contro il Brighton), e che hanno rilanciato la squadra in corsa Champions. In attesa del risultato del big match tra Atalanta e Bologna, i giallorossi infatti si godono il quinto posto, a una sola lunghezza dai ragazzi di Thiago Motta. Ma non sono solo i risultati a far impazzire i tifosi: finalmente infatti questa squadra gioca bene e diverte, come non si vedeva da tempo. Un gruppo tranquillo, consapevole delle proprie qualità. Per commentare i risultati, ripartendo dalla vittoria di ieri in Monza-Roma, e ponendo l’attenzione sul ruolo di De Rossi, mister Ezio Sella, che ha allenato i giallorossi nella sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Dall’arrivo di De Rossi è una Roma strabiliante, una squadra tornata in piena corsa Champions. Tutto merito del mister?

“Grande merito del mister sicuramente, ma penso che anche i calciatori si siano adeguati a quello che richiede l’allenatore. Finalmente questa squadra sta ritrovando una condizione fisica buona. Nonostante la Roma abbia vinto alcune gare in questa stagione, si vedeva che non avevano i 90 minuti nelle gambe e giocavano con un intensità molto bassa. Ora invece è aumentata e questo significa che il lavoro fisico sta dando i suoi frutti. Inoltre De Rossi sta facendo un grande lavoro tattico e di squadra e sta cercando di dare un’impronta di gioco chiara. I risultati stanno arrivando e questa è la cosa più importante”.

La cosa che fa pensare è che non solo la Roma vince, ma gioca in maniera divertente. Mourinho veniva criticato spesso per il suo non gioco. Questo vuol dire che qualcosa con l’ex tecnico si era rotto?

“Non credo che si fosse rotto qualcosa, ma la prima idea di calcio di Mourinho è quella di non prendere gol mentre quella di De Rossi è di farne qualcuno. La differenza sta proprio in concetti di gioco diversi: uno pensava prima a non perdere, l’altro cerca sempre di giocare la partita per vincere. Sono due filosofie di calcio opposte. Io chiaramente preferisco quella di Daniele perché vediamo una Roma più propositiva, che porta più giocatori in area di rigore, una squadra con più personalità e con la voglia di dominare il gioco”.

È anche una Roma meno arrabbiata e nervosa?

“C’è molta meno tensione, sia nei confronti degli arbitri, che in panchina e nello staff. Nell’ultimo periodo di Mourinho c’era solo nervosismo, mentre ora è tornata alla tranquillità. Nello stesso tempo però, nonostante la pacatezza, c’è anche più voglia, grinta e determinazione sana”.

Una Roma tornata in corsa Champions e che ora dovrà pensare anche alla partita con il Brighton. Questa squadra può lottare su due fronti?

“Sinceramente penso di sì, è una Roma che può fare bene su entrambi i fronti. Per quanto riguarda la corsa Champions, la Roma ha dimostrato di essere in piena lotta e vuole tornare al quarto posto. La cosa fondamentale è che adesso deve riuscire a mantenere la giusta continuità. Il campionato è ancora lungo ma i giallorossi hanno tutte le carte per giocarsela fino alla fine”.

A prescindere da quello che sarà il risultato finale, Daniele De Rossi ha convinto già la società? Può essere lui l’uomo del futuro giallorosso?

“Direi proprio di sì, a prescindere dai risultati. È vero che i risultati contano, ma contano anche l’atteggiamento, la mentalità, l’impronta che un tecnico riesce a dare alla sua squadra. Credo che Daniele ci stia riuscendo benissimo e quindi non va valutato solo per i risultati che acquisisce. È chiaro che con il suo avvento la Roma è cambiata, ed è cambiata in meglio”.

È cambiato anche Lukaku, che finalmente torna ad essere decisivo?

“Non è cambiato, ma sta tornando in forma. Credo che finalmente stia bene fisicamente. Non ci dobbiamo dimenticare che Lukaku era arrivato in estate senza preparazione. È partito bene con Mourinho, ma quando non hai fatto il ritiro estivo, alla lunga la paghi e il momento di flessione arriva. Soprattutto per uno come lui che ha bisogno di essere al 100% e di lavorare tanto. Credo che adesso Abbia ricominciato a lavorare bene dal punto di vista fisico e stia acquisendo ciò che gli permette di essere un giocatore importante per questa Roma. Tornerà ad essere quello che abbiamo visto all’inizio, ha soltanto bisogno di lavoro e si vede”.