Davide Baiocco, candidato sindaco di Alternativa Popolare a Perugia, affronta il delicato tema della sanità, sottolineando le mancanze dell’attuale giunta comunale.

Perugia, Baiocco (AP): “Sulla sanità il sindaco non può nascondersi dietro un dito”

«La questione sanità, tema che riguarda la salute dei cittadini», dichiara Davide Baiocco, «non può essere un argomento sul quale chi fa il sindaco di Perugia si nasconde dietro un dito dicendo che è una competenza della Regione dell’Umbria. Il sindaco di una città è il primo difensore, per legge, della salute dei propri cittadini. Specialmente se quella città è il capoluogo di regione. Di conseguenza, non posso fare a meno di notare come la nostra offerta sanitaria si stia affievolendo sempre di più. E si è indebolita parecchio, a causa delle politiche regionali, guidate dalla destra che si sta portando avanti con il lavoro in vista della riforma “Calderoli”. Infatti, la riforma sull’autonomia regionale differenziata, a marchio Lega ma sostenuta anche da Fratelli d’Italia, prevede che gran parte delle tasse sarà spesa nella regione che le ha originate. È quindi lampante che l’Umbria, con i suoi 880.000 abitanti, non potrà mai competere, soprattutto sull’offerta sanitaria, con le regioni del Nord più popolose e più ricche come la Lombardia (più di 10 milioni di abitanti) e il Veneto (quasi 5 milioni di abitanti)».

«La verità è che né la destra, né la sinistra», prosegue Baiocco, «negli anni in cui hanno governato, sono stati lungimiranti e hanno intravisto all’orizzonte il pericolo, oggi gravissimo, a cui gli umbri sono adesso esposti. Ai cittadini di Perugia ricordo l’abbandono di medici importanti quali l’ortopedico Ermanno Trinchese – che operò anche il mio ex collega e bomber Gabriel Batistusta – e poi costretto a lasciare Perugia dopo 23 anni di eccellente lavoro. “Dispiace”, dichiarò lo stesso Trinchese a fine novembre, “che una direzione aziendale sia stata così miope nei miei confronti, paragonandomi, con un rapporto 1:1 con un possibile sostituto anche del quarto-quinto anno di specializzazione”.

«Poi, la stessa azienda sanitaria», continua Baiocco, «allontanò il dottor Christian Fulcheri di Fisica sanitaria, la cui presenza era invece una sicurezza per la salute di tutti i pazienti oncologici. Voglio rammentare, rimarcandolo particolarmente perché non ci possiamo permettere di sprecare i giovani talenti di casa nostra, anche il caso del ventisettenne ricercatore Lorenzo Barba, perugino doc considerato tra i migliori nel suo campo, che oggi lavora all’università di Halle-Wittemberg in Germania».

«Da ultimo», ricorda Baiocco, «abbiamo appreso che i perugini, ma anche gli abitanti di Città di Castello e della zona del Lago Trasimeno, dovranno spostarsi a Terni per essere curati nell’unica struttura di neurochirurgia complessa che la presidente leghista Tesei ha recentemente previsto, a danno evidente di Perugia e di gran parte degli abitanti della sua provincia. I pazienti che hanno purtroppo necessità di varcare la soglia di un reparto di neurochirurgia, non lo fanno certo per motivi estetici, ma per qualcosa di grave. Non comprendo proprio come si possano obbligare persone con malattie così importanti e le loro famiglie a percorrere circa 100 chilometri da Perugia e oltre 100 chilometri per gli abitanti dell’Alta Umbria o dell’area del Trasimeno per essere curati».

«E se spiegazione logica non c’è», conclude Baiocco, «è conseguenziale che “il filo rosso” da seguire, per capire perché la destra sta così mal governando la sanità in Umbria, è quello dell’accordo sull’autonomia regionale differenziata fra Lega e Fratelli d’Italia, che ridurrà ulteriormente i fondi per curare tutti gli umbri. La situazione, quindi, non solo non migliorerà, ma potrà solo peggiorare. La spiegazione è tutta qui, stiamo assistendo ad una serie di scelte politiche e sanitarie ben precise quanto determinate, ma totalmente sbagliate a mio parere. Mentre mi sovviene che anche la sinistra non aveva lasciato la nostra sanità in buone acque, credo che esista un solo modo per risolvere il problema che la destra sta oggi creando ai perugini e agli umbri. La soluzione è il voto. La soluzione è solo nella cabina elettorale. Sono certo che i cittadini di Perugia capiranno queste mie parole e agiranno di conseguenza».