Pensioni dei medici che decidono di rimanere al lavoro, i trattamenti previdenziali saranno più alti per i contributi versati a decorrere dal 1° marzo 2024. La prospettiva di avere una pensione più alta per effetto di contributi versati più “pesanti” è stata confermata dalla Fondazione Enpam, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri, con una quantificazione dei vantaggi nel rimanere al lavoro e di quanto aumenti la pensione futura anche con la permanenza di un solo anno.
In attesa di provvedimenti che possano indirizzare il lavoro dei camici bianchi e risolvere anche il problema della carenza di personale, l’Enpam – anche alla luce delle due delibere del Consiglio di amministrazione entrate in vigore da questo mese – ha fornito indicazioni ai medici e agli odontoiatri, sia convenzionati che liberi professionisti, che decidano di rimandare la pensione e di rimanere al lavoro dopo l’età di 68 anni. Quella dei medici può qualificarsi come un vero e proprio incentivo per lavorare più a lungo in vista di una pensione più soddisfacente.
Pensioni medici che decidono di rimanere al lavoro: assegni più alti dal 1° marzo 2024
Pensione più alta per i medici e gli odontoiatri che decidano di rimanere al lavoro dopo l’età di 68 anni. A dare indicazione e a effettuare i primi calcoli di quanto convenga rimandare la pensione approfittando di queste formule di incentivi è l’Enpam, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri.
L’ente informa che una prima forma di bonus era già presente per chi rimandava la pensione. Infatti, dopo l’età di 68 anni, i camici bianchi avevano un premio del 20 per cento sui contributi versati. Dunque, i versamenti avevano un peso maggiore di un quinto. Tuttavia, dal 1° gennaio 2024 questo premio sarà moltiplicato. Si prevede che i premi contributivi siano differenziati tra i medici convenzionati e quelli che lavorano come liberi professionisti.
Pensioni medici più alte, quanto conviene rimandare l’uscita?
In vista della futura pensione, dunque, i medici liberi professionisti che, dal 1° marzo 2024 rimarranno al lavoro dopo i 68 anni di età, avranno un premio consistente in un’aliquota piena di rendimento che salirà dall’1,25% al 3,25%.
Per i medici e gli odontoiatri convenzionati – che di norma versano contributi in misura più elevata rispetto a quelli di chi abbia scelto la libera professione – le aliquote di rendimento saliranno dall’1,40% al 3,40% nel caso dei medici di famiglia, e dal 2,1% al 4,1% per gli specialisti ambulatoriali.
Si differenzia anche il periodo di fruizione degli incentivi sui contributi. Infatti, si prevede che i medici convenzionati possano beneficiarne fino all’età di 72 anni, mentre la proroga dell’incentivo per i liberi professionisti può durare fino all’età di 75 anni.
Di quanto aumenta la pensione per ogni anno di permanenza al lavoro? Ecco i calcoli
Come per tutte le altre categorie professionali, l’entità della futura pensione dipende da vari fattori, tra i quali proprio i contributi versati durante la vita lavorativa. In ogni modo, alcune simulazioni si possono effettuare sui medici che decidano di rimanere al lavoro più al lungo per incrementare la pensione futura.
Si prenda in considerazione un medico libero professionista che abbia guadagnato imponibili previdenziali, nella sua carriere lavorativa, di media pari a 50.000 euro all’anno. Il rimando dell’uscita per la pensione per ciascun anno aggiuntivo consente di incrementare il trattamento previdenziale di 1.625 euro all’anno.
Analogamente, un medico convenzionato che annualmente abbia prodotto ricavi per 100.000 euro, può incrementare la propria pensione futura di 3.400 euro all’anno – pari a 283 euro al mese – per ogni anno aggiuntivo di permanenza al lavoro.