Sembra proprio che il nuovo rally di cui si è reso protagonista Bitcoin nel corso delle ore passate sia destinato a fare felice, tra gli altri, anche il governo degli Stati Uniti. Il motivo di questa affermazione è abbastanza semplice: le autorità preposte al contrasto verso la criminalità organizzata, nel corso degli ultimi anni hanno proceduto al sequestro di un gran numero di token. Talmente tanti che al momento, in base alle quotazioni raggiunte dall’icona crypto, il governo di Washington sarebbe seduto su un vero e proprio tesoro, pari a 12 miliardi di dollari.

Il nuovo rally di BTC fa felice il governo di Washington

Il governo americano possiede oltre 194mila Bitcoin. A rivelare il dato è stata la società di gestione patrimoniale 21.co su Dune, destando un certo clamore. In effetti già si sapeva che Washington ha sequestrato nel corso degli anni un gran numero di token. Non si sapeva però il totale, una lacuna che ora è stata definitivamente rimossa.

Un numero di coin il cui valore è andato incontro ad una enorme rivalutazione nel corso degli ultimi mesi. Se a settembre, infatti, le partecipazioni in BTC del governo statunitense valevano circa 5 miliardi di dollari, dopo le ripetute avanzate della creazione di Satoshi Nakamoto tale valore ha sfondato la soglia dei 12 miliardi.

In pratica, senza neanche doversi scomodare a fare trading e assumersi rischi in tal senso, il governo federale ha collezionato ben sette miliardi di profitti per la sola custodia dei token sequestrati. Quindi, potremmo concludere che la criminalità si sta rivelando un fattore positivo per il bilancio degli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti sono all’atto pratico una delle balene Bitcoin

Per balene (whale in inglese), si intendono i grandi detentori di una determinata criptovaluta. Una categoria che , in definitiva, comprende anche il governo degli Stati Uniti. Lo stesso che, nel corso degli ultimi mesi ha più volte espresso una certa contrarietà nei confronti degli asset virtuali, in svariati modi.

Ad attestare questo dato di fatto è una semplice constatazione: Washington detiene al momento circa l’1% di tutti i token al momento in circolazione. Nella speciale classifica, il governo federale si troverebbe sul gradino più basso del podio. Soltanto l’exchange di criptovalute Binance e Satoshi Nakamoto, o chi per lui, possono vantarne un quantitativo maggiore.

Di tanto in tanto Washington provvede a vendere una parte dei token confiscati. Un annuncio in tal senso lo ha fatto ad esempio nel mese di gennaio, quando si è detto pronto a immettere sul mercato un quantitativo di Bitcoin per un importo pari a 117 milioni di dollari. Si tratta del tesoro confiscato a un narcotrafficante condannato il quale era solito condurre le sue operazioni su Silk Road, uno dei mercati attivi sul Dark Web. Si tratta però di poca cosa, alla luce dei dati ora noti.

Quali sono i criteri con cui il governo vende i token confiscati?

Se si sa che Washington periodicamente vende Bitcoin confiscati, non è però chiaro il criterio che ispira tali operazioni. Occorre in effetti capire se i funzionari governativi responsabili delle partecipazioni governative in criptovalute cerchino di massimizzare il valore della scorta svendendola nei momenti strategicamente opportuni, o meno.

Molti, però, nelle ore in cui BTC dava luogo all’ennesimo rally, che lo ha visto crescere dell’11% in un arco temporale limitato, non hanno potuto fare a meno di osservarne le mosse. Il governo statunitense, infatti, in concomitanza con il rally del token ha provveduto a spostare quasi 1 miliardo di dollari di BTC sequestrati associati all’hacking Bitfinex su un altro portafoglio contenente più fondi. A rivelarlo è stato Arkham Intelligence, destando la curiosità di molti.

Una curiosità che, del resto, sembra essere più che giustificata alla luce di quanto dichiarato da Edward Snowden. L’ex analista famoso per aver rivelato lo spionaggio condotto da Washington e Londra nei confronti dei propri cittadini, ha infatti affermato che presto si scoprirà come uno Stato stia acquistando Bitcoin, aggiungendosi a El Salvador, che lo fa ormai da tempo e alla luce del sole.

Molti hanno indicato proprio negli Stati Uniti il destinatario della rivelazione di Snowden. Non resta quindi che attendere le prossime settimane, per capire se sia vero e se gli acquisti non abbiano permesso a Washington di diventare la balena Bitcoin più grande in assoluto.