In pensione con soli 5 anni di contributi: un’opzione riservata a poche persone. Da anni si cerca di capire quale trattamento economico spetti a coloro che non hanno maturato un accumulo contributivo sufficiente per accedere alla pensione anticipata, Quota 100, Opzione donna e Ape sociale.

Insomma, non tutti godono di una carriera lavorativa ricca e prospera; anzi, sono molti (forse troppi) i lavoratori che si confrontano quotidianamente con realtà lavorative difficili, caratterizzate da attività discontinue e lavori sottopagati.

Leggendo tra le righe della quotidianità, la realtà è ben diversa da come appare. Secondo i dati, sono numerosi i lavoratori che potrebbero accedere alla pensione con soli 5 anni di contributi, se le regole fossero diverse. Vediamo insieme i criteri di accesso alla pensione con pochi contributi.

Pensione con 5 anni di contributi

La paura di rimanere senza pensione è una variabile costante nella vita di molti lavoratori. Molti sono consapevoli di non aver maturato un’adeguata anzianità contributiva tale da permettere l’accesso alla pensione anticipata, ma neanche alla pensione di vecchiaia. Allora cosa fare? Secondo le attuali disposizioni normative, la pensione di vecchiaia è accessibile ai lavoratori che compiono 67 anni di età con un accumulo contributivo di 20 anni.

In alternativa, arrivando a 71 anni di età, scende l’asticella contributiva ad almeno 5 anni di versamenti. Non è passato molto tempo dall’introduzione di questa opzione per la pensione di vecchiaia, poiché si tratta di una norma prevista dalla legge Fornero. Solo raggiungendo i 71 anni di età si viene ammessi a un percorso pensionistico con una contribuzione ridotta, e altrettanto ridotto sarà l’assegno.

Chi può riscattare 5 anni di contributi?

Persino i lavoratori che maturano 20 anni di contributi potrebbero trovare una sorpresa amara al raggiungimento dei 67 anni di età. Nel frattempo, per coloro che vantano almeno 5 anni di contributi, per andare in pensione devono compiere 71 anni di età.

E allo stesso modo, la contribuzione maturata non deve risultare accreditata prima del 1996. Insomma, per i contributivi puri è concessa questa opzione previdenziale con un requisito contributivo ridotto, mentre chi non rientra in questa condizione rischia di restare fuori dal sistema previdenziale. Per molti, l’alternativa è soddisfare i requisiti per l’accesso a una delle tre deroghe Amato o rientrare nel computo della Gestione Separata.

Quando si prende la pensione con 5 anni di contributi?

Come detto, la pensione a 71 anni con 5 anni di contributi viene riconosciuta a coloro che possiedono un’anzianità contributiva dal 1996, a condizione di aver maturato un assegno corrispondente al trattamento minimo vitale.

Pertanto, l’importo presumibile della pensione dovrebbe avvicinarsi a quello dell’assegno sociale, attualmente pari a 534,41 euro al mese per un totale di 6.947,33 euro all’anno. Tuttavia, questo valore è soggetto a rivalutazione e destinato a cambiare nel corso degli anni.

Da sempre le condizioni previdenziali sono le più temute, poiché possono ritardare l’accesso alla pensione o influenzare l’importo dell’assegno. Nel caso specifico, per ottenere una rendita di 6.947,33 euro annui, è necessario riflettere sul meccanismo di calcolo contributivo.

Ad esempio, per una pensione da 1.425 euro al mese, per un totale complessivo di 18.500 euro, è necessario che il lavoratore abbia compiuto 67 anni con 20 anni di contributi. A questi elementi si aggiunge un coefficiente di trasformazione pari al 5,723%, applicato su un montante contributivo di almeno 122.000 euro.

Una passeggiata per chi vanta una carriera lavorativa stabile, lo stesso non si può dire per coloro che hanno lavorato saltuariamente con contratti part-time o sottopagati.

In conclusione, è possibile andare in pensione con soli 5 anni di contributi, se si compiono 71 anni e si possiede una contribuzione maturata dal 1996.