Finalmente la fibromialgia è stata riconosciuta come malattia invalidante. Cosa cambia? Si aprono nuove prospettive e diritti per i pazienti affetti da questa condizione cronica e debilitante.
Questo importante passo nel riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante porta con sé una serie di implicazioni significative per chi ne soffre, compresi benefici sociali, diritti lavorativi e accesso a trattamenti medici adeguati.
Scendiamo nei dettagli.
La fibromialgia è stata riconosciuta come malattia invalidante, cosa cambia ora?
La recente approvazione unanime di sei mozioni all’interno dell’aula della Camera dei Deputati ha riconosciuto la fibromialgia come malattia invalidante, aprendo nuove prospettive e diritti per i pazienti affetti da questa sindrome complessa e spesso sottovalutata.
Il Governo si impegna così a considerare la fibromialgia come una patologia cronica e invalidante e a inserirla nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).
Cosa cambia per i pazienti? Potranno godere dell’esenzione per le prestazioni sanitarie.
Inoltre è previsto un aggiornamento dei protocolli terapeutici esistenti e la definizione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta) per una diagnosi tempestiva e uniforme della fibromialgia.
Dal punto di vista lavorativo, il riconoscimento della disabilità presso l’INPS può portare all’accesso a benefici economici come pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento, oltre alla protezione contro il licenziamento discriminatorio e il diritto ad alcuni adattamenti sul posto di lavoro.
Il Servizio Nazionale Sanitario, inoltre, prevederà programmi di assistenza e supporto per migliorare la qualità della vita dei pazienti, come servizi di assistenza domiciliare e centri diurni per disabili.
Cos’è la fibromialgia
La fibromialgia è una malattia che è stata spesso ignorata dai medici perché le sue cause non sono visibili con gli esami medici disponibili.
È stata ufficialmente riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1992. Questa sindrome si manifesta con dolore diffuso e persistente, accompagnato da stanchezza, problemi di sonno, difficoltà cognitive e ansia.
Gli esperti ritengono che le persone con fibromialgia percepiscano il dolore in modo diverso a causa di problemi nell’elaborazione dei segnali dolorosi da parte del cervello e del midollo spinale.
La fibromialgia (o sindrome fibromialgica) è definita come un insieme di sintomi cronici di varia intensità la cui causa sembra inspiegabile. Nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), la fibromialgia è definita come “dolore cronico diffuso”.
Di questa sindrome ne soffrono anche personaggi famosi, come Lady Gaga.
Quali sono i sintomi della fibromialgia
La fibromialgia è difficile da diagnosticare perché i sintomi possono variare da persona a persona.
Il dolore diffuso e cronico è il sintomo più comune e colpisce spesso muscoli, articolazioni, legamenti e tendini, con il dolore alle gambe che è uno dei sintomi più frequentemente segnalati.
Questo dolore può assumere diverse sensazioni, come bruciore, rigidità, dolore pulsante o sensazione di scossa elettrica.
Anche se può essere confuso con il dolore causato dall’artrite, la fibromialgia non danneggia i muscoli o le ossa.
Inoltre, la malattia si manifesta anche con:
- fatica cronica;
- scarsa resistenza allo sforzo;
- disturbi del sonno;
- depressione;
- ansia;
- mal di testa;
- sindrome dell’intestino irritabile;
- formicolio alle gambe;
- dolore alle mascelle;
- periodi dolorosi;
- difficoltà a pensare chiaramente.
Da cosa è causata la fibromialgia
La fibromialgia è causata da una stimolazione ripetuta dei nervi, che porta a cambiamenti nel cervello (ipotalamo) e nel midollo spinale delle persone affette. Questo provoca un aumento anomalo della secrezione di sostanze chimiche che segnalano il dolore.
Inoltre, nel tempo, i recettori del dolore nel cervello diventano ipersensibili e reagiscono in modo eccessivo agli stimoli dolorosi o non dolorosi. Le cause potrebbero essere:
- Fattori genetici: la fibromialgia può essere ereditaria, con alcune mutazioni genetiche che possono favorire la comparsa della malattia.
- Infezioni: alcune malattie infettive, specialmente quelle virali, possono scatenare o accentuare la fibromialgia.
- Trauma fisico o emotivo: eventi traumatici fisici o psicologici prolungati o ripetitivi possono causare fibromialgia grave.
Come si cura la fibromialgia
Per trattare la fibromialgia in modo efficace, è importante coinvolgere un team di specialisti che adotti un approccio multidisciplinare. Il protocollo terapeutico si concentra prima su interventi naturali e non farmacologici, e poi su trattamenti farmacologici, se necessario.
Il primo passo consiste nel riprendere gradualmente l’attività fisica adattata alle capacità del paziente, con la supervisione di un professionista. Successivamente, si lavora per migliorare la gestione del dolore attraverso la terapia cognitivo-comportamentale e l’educazione del paziente sui metodi per affrontare il dolore.
Quando il dolore è particolarmente intenso, possono essere prescritti farmaci come analgesici, antiepilettici o antidepressivi. Tuttavia, va notato che questi farmaci potrebbero non essere efficaci per tutti i pazienti.
Alcuni medici utilizzano anche la stimolazione magnetica transcranica, che impiega magneti per trattare la fibromialgia. Tuttavia, l’efficacia di questo trattamento varia da paziente a paziente e richiede una valutazione approfondita su larga scala.