La squalifica nei confronti di Paul Pogba è arrivata ed è stata più pesante di quello che il calciatore si aspettava. Per fare chiarezza e capire meglio quali sono adesso le possibilità e cosa potrebbe succedere con il ricorso già annunciato dai legali del calciatore, l’avvocato Afeltra, esperto in diritto sportivo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Squalifica Pogba, l’avvocato Afeltra a Tag24

Paul Pogba era in attesa ormai da mesi e ieri la risposta che cambierà definitivamente la sua vita e la sua carriera è arrivata. Il calciatore francese è stato squalificato per 4 anni per doping, ma il suo entourage ha già annunciato che farà ricorso. Alla soglia dei 31 anni, accettare la decisione arrivata dal Tribunale nazionale antidoping, che ha dunque accolto appieno le richieste della procura, vorrebbe dire accettare di dover smettere di giocare a calcio. Un’ipotesi che il centrocampista per ora non vuole prendere in considerazione. Non si è dichiarato innocente e sa di aver sbagliato. Al contempo però spera di poter fare leva sulla sua buona fede e che gli vengano riconosciute al Tas delle attenuanti, che potrebbero dimunire la pena. Per commentare la squalifica comminata a Pogba, l’avvocato Afeltra, esperto di diritto sportivo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Pogba ha già annunciato che farà ricorso per i quattro anni di squalifica. Era quello che lei si aspettava oppure 4 anni sono effettivamente troppi?

“La sanzione è giusta perché la violazione c’è stata. Possiamo discutere o meno sul dolo, ma questo tipo di violazione non prevede la colpa. Per capirci, la squalifica nei confronti di Pogba non prende in considerazione la volontà o meno di crearsi una situazione positiva o favorevole, ma è sufficiente il fatto di aver assunto delle sostanze proibite. Non c’è dubbio che la sanzione sia stata legittimamente irrogata. Fa specie il fatto che il calciatore e i suoi difensori abbiano rifiutato il patteggiamento a due anni”.

Come si spiega questa decisione?

“Questa è la prova che è l’atleta riteneva di non aver voluto coscientemente acquistare e acquisire quelle sostanze, che gli erano state consegnate da una terza persona. Negli Stati Uniti, all’interno di queste farmacie, si può acquistare di tutto per lenire il dolore e i prodotti non devono sottostare alle nostre regole. Pogba contava sulla buona fede, ma non si può discutere sulla sussistenza del fatto, né, a mio avviso, sulla quantificazione della sanzione. Si potrebbe eventualmente insistere sul fatto che, essendo Pogba risultato positivo al test antidoping per la prima volta, possa usufruire di attenuanti generiche per ridurre l’entità della pena, considerando anche il fatto che non è più giovanissimo e con una squalifica del genere la sua carriera è praticamente finita”.

Il ricorso al Tas annunciato da Pogba

Con il ricorso c’è effettivamente la possibilità di diminuire la pena?

“Il Tas molto spesso ci ha fatto vedere decisioni diverse da quelle che erano state prese in primo grado. Non mi meraviglierei, ad esempio, se il Tas potesse intervenire sulla quantificazione della pena, applicandole attenuanti generiche e riducendo la decisione. La pena base dalla quale si parte, però è quella e non si può di certo modificare la pena esittale. Non è escluso che sotto alcuni profili, il Tribunale Arbitrare dello Sport di Losanna possa incidere riducendo la squalifica, ma ritengo impossibile che possa capovolgere la sentenza ed eventualmente dichiararlo non colpevole”.

Quali sono ora i tempi di azione?

“Saranno sicuramente veloci perché questa stagione sta volgendo al termine. Non mi meraviglierei se con i tempi così rapidi del diritto sportivo si potesse arrivare ad una soluzione anche prima della fine del campionato”.

Come si muoverà la Juventus al livello contrattuale?

“Questo è un problema completamente diverso che riguarda il rapporto tra la società e il calciatore. Il club potrebbe richiedere anche il risarcimento del danno, ma sono cose interne e troppo dirette che devono tener conto dei rapporti tra le due parti e cambiano di caso in caso”.