Cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, la squadra del suo cuore, Antonio Di Gennaro all’età di 18 anni venne aggregato alla prima squadra e si giocò da subito le sue chance. Centrocampista di ruolo, ebbe la fortuna e al contempo la sfortuna di avere davanti a sè uno dei numero dieci più amati della storia del club, Giancarlo Antognoni, da cui imparò molto ma che gli lasciò poco spazio. Quattri stagioni, fino al 1980, prima di trasferirsi a Perugia. La consacrazione definitiva però arrivò successivamente, con la maglia del Verona. Per commentare la stagione della viola e la prossima gara, Torino-Fiorentina, Di Gennaro è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Torino-Fiorentina, Di Gennaro a Tag24

Torna questa sera l’appuntamento con la Serie A. Ad aprire la 27° gironata di campionato sarà l’anticipo dello stadio Olimpico che metterà di fronte Lazio e Milan. Domani toccherà alla Fiorentina che, dopo la vittoria netta contro i biancocelesti, va alla ricerca della continuità perduta contro il Torino. La squadra di Juric però sarà un cliente scomodo. La sconfitta arrivata con la Roma ha lasciato ai granata l’amaro in bocca e ora sanno bene che per tentare l’ultimo assalto all’Europa, servirà una vittoria contro la viola. Tante squadre in pochi punti, per una corsa così avvincente tutto può ancora succedere. Per commentare il momento della formazione di Italiano e il prossimo match, Torino-Fiorentina, Di Gennaro, che ha vestito la maglia viola dalle giovanili alla prima squadra, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Fiorentina era reduce da un momento di alti e bassi. La vittoria è arrivata contro la Lazio modifica le aspettative?

“La Fiorentina adesso è chiamata a fare tre partite difficilissime, contro Torino, Roma e Atalanta, in cui si giocherà molto. È vero che poi ci sono le altre gare, ma credo che questo momento possa essere fondamentale per il possibile raggiungimento dell’Europa. Che sia Champions, Europa o Conference League poco cambia. Ci voleva una vittoria, ma la cosa che ritengo fondamentale è che contro la Lazio sia arrivata una partita di spessore e qualità. Italiano in questi due anni ha fatto vedere di esserne capace, ma probabilmente serviva anche un cambio di modulo che il mister ha attuato”.

La svolta è arrivata con il 4-1-4-1?

“Ha privileggiato giocatori di qualità come Arthur e Bonaventura, piuttosto che Nico Gonzalez e Belotti e ha trasformato Beltran praticamente in un trequartista. Ha riacquistato la capacità di imporre il gioco e contro i biancocelesti, nonostante lo svantaggio totalmente immeritato al primo tempo, ha avuto la forza di recuperare la partita. Contro la Lazio non era facile. Ho visto massimo impegno sia in campo che dal punto di vista del risultato. È stata una grandissima partita, ma sappiamo che ultimamente la Fiorentina, come altre squadre che lottano per le posizioni alte della classifica, non ha continuità mentre invece è quella che ti porta al raggiungimento dell’obiettivo”.

Motivo per cui è così difficile per fare previsioni sulla corsa Champions?

“Sono tutti lì. Tra Bologna e Atalanta ora c’è lo scontro diretto e sarà importante. La squadra di Thiago Motta può essere considerata una sorpresa, ma fino a un certo punto. Quello che sta proponendo l’allenatore è interessante e aveva iniziato a far vedere qualcosa anche lo scorso anno, quando era arrivato al posto di Mihajlovic e non aveva un compito semplice. Ci sono state delle frizioni all’inizio della stagione, aveva richiesto dei calciatori di qualità e ora sta facendo un lavoro incredibile. Assieme all’Inter e all’Atalanta in alcuni frangenti, i Felsinei sono quelli che propongono il miglior calcio. Mi auguro domenica di vedere una partita spettacolare. Tra l’altro nel Bologna si vede la competenza di un direttore come Sartori, che ha dato grande forza al gruppo, e ha comprato giocatori fenomenali come Zirkzee”.

A proposito di attaccanti, il modo di giocare della Fiorentina è cambiato anche grazie all’arrivo di Belotti?

“Gli attaccanti sono fondamentali. Il mio grande allenatore Bagnoli me lo diceva sempre, al di là del gol o meno per cui vivono, se il centravanti gioca bene la squadra si muove di conseguenza. Alla Fiorentina serviva un attaccante perché ora abbiamo capito che Beltran è un giocatore con caratteristiche diverse e sulla trequarti si stanno vedendo le sue potenzialità. Italiano aveva puntato molto su Nzola, che aveva allenato a La Spezia e su cui il club ha fatto un investimento importante, ma non ha reso. Belotti con la Roma ha giocato poco ed era reduce da due brutti infortuni lo scorso anno, ma anche lui aveva bisogno di una squadra che gli desse la possibilità di giocare. Ora è il bomber di riferimento, detta i tempi e fa muovere tutto il resto della squadra. Con questo 4-1-4-1, senza l’inserimento dei mediani, Italiano ha inserito tutti i giocatori di qualità”. 

Quali sono le insidie del match di domani contro il Torino?

“Le insidie non mancano mai nel nostro calcio, soprattutto quando si deve affrontare una squadra come il Torino. Juric in questi anni della sua carriera ha dimostrato di saper trasformare le sue squadre. I granata giocano a ritmi alti e provano sempre ad imporsi sull’avversario. La Fiorentina però deve dare continuità al risultato visto contro la Lazio. Dovrà essere brava ad adattarsi alle marcature uno contro uno a tutto campo. Se poi sviluppa il gioco dei suoi calciatori di maggior qualità, può avere buone chance. Per il Toro rischia di essere l’ultima chiamata per l’Europa. Sino a poco tempo fa si parlava di Juric a fine corsa, ma se io fossi il club ci penserei due volte prima di perdere un tecnico simile”. 

Tra poco torna anche l’impegno in Conference League. La viola ha nelle corde la possibilità di riprovare ad arrivare in fondo?

“Lo scorso anno è la squadra che ha fatto più partite di tutti, salvo poi perdere in finale sia con l’Inter che in Conference League, anche in maniera un po’ sfortunata. Non so se quest’anno punterà a fare lo stesso, cercando di arrivare di nuovo in fondo, o se si concentrerà sul campionato. Lo scorso anno ad esempio la Lazio ha lasciato la Conference per puntare alla Champions League ed è arrivata seconda. La viola non ha l’organico per dare il massimo su tre competizioni. Anche per questo penso che le prossime tre partite saranno determinanti per dare un senso e individuare l’obiettivo reale di questa squadra”.