Desirè Manca, con 8000 preferenze ricevute, è stata la candidata più votata alle ultime Elezioni regionali in Sardegna. Una tornata elettorale, quella di domenica 25 febbraio 2024, che in Sardegna ha visto l’elezione della candidata del centrosinistra Alessandra Todde, prima Presidente della Regione dopo 75 anni.

Un’affermazione personale che la consigliera del Movimento 5 Stelle – stesso partito della neo governatrice – non si aspettava e che, secondo la sua analisi, è la prova del fatto che se si lavora per il territorio, il proprio lavoro viene riconosciuto anche senza bisogno di fare promesse in cambio di voti.

D: E’ stata la più votata della Sardegna. Ha ottenuto 8000 mila preferenze. Si aspettava una simile affermazione? Come se la spiega?

R: Assolutamente no, non me l’aspettavo. Per me è stata una sorpresa. Sono la dimostrazione vivente che per fare politica e per avere consensi non è necessario promettere assolutamente niente. E quindi quella tradizione che ormai è entrata un po’ a far parte del sistema politico, ovvero il voto di scambio, a me non appartiene.

Desirè Manca: “Il risultato del M5S è un risultato da cui ripartire ed essere più presenti sul territorio”

D: Il suo partito, il Movimento 5 Stelle, ha raggiunto il 7,8%, come valuta questo risultato. Siete soddisfatti o vi aspettavate un’affermazione più ampia?

R: Il risultato del Movimento 5 Stelle è un risultato che poteva sicuramente andare meglio e che ci indica che c’è un po’ di lavoro da fare ancora, soprattutto nei territori. Questo risultato è la dimostrazione che bisogna lavorare principalmente essendo più presenti nei singoli territori.

D: E’ un punto di partenza, quindi?

R: Sicuramente un risultato dal quale partire.

D: In Sardegna il campo largo del centrosinistra si è rivelato un successo. E’ riproponibile anche nelle altre regioni e a livello nazionale?

R: Se la base viene costruita come è stata costruita da noi in Sardegna, sì. Da noi è stato un percorso che è nato spontaneamente, partito cinque anni fa quando ci siamo ritrovati in consiglio regionale e abbiamo iniziato un lavoro e un percorso comune per portare avanti gli obiettivi che ci eravamo posti per i sardi e per il territorio. E’ stato un bell’esperimento, ma un esperimento con un’ottima base di partenza, durata 5 anni di conoscenza e di percorso comune. Il nostro caso è stato il primo e ha dato buoni frutti, ma perché per cinque anni abbiamo lavorato molto bene insieme.

La neoeletta consigliera: “Chi ci ha governato ha lasciato macerie. Sanità, trasporti e lavoro le principali emergenze”

D: Quali sono i temi più urgenti? Di cosa si dovrà occupare con immediatezza il consiglio regionale dopo l’insediamento?

R: Purtroppo ci sono emergenze su tutti i fronti perché chi ci ha governato ha lasciato macerie. Se dovessi pensare alle priorità, allora, le cose più urgenti sono la sanità, i trasporti e il lavoro.

D: La sanità è un grave problema in Sardegna.

R: E’ un gravissimo problema. Posso affermare che in Sardegna la sanità pubblica non esiste quasi più. C’è quasi il 18% della popolazione sarda che rinuncia alle cure. La realtà che vive il popolo sardo è che se hai i soldi ti curi, altrimenti i tempi sono talmente lunghi che fai in tempo a morire. E’ tragico dirlo ma è semplicemente realtà. Sono stati 5 anni in cui abbiamo vissuto un dirottamento della sanità pubblica verso quella privata. E’ emersa proprio una volontà politica in questo.

D: Ha sentito il Presidente Conte dopo la sua elezione?

R: No, non ho sentito il Presidente, ma mi ha chiamata la vicepresidente e la vicaria Paola Taverna, ma il presidente ancora no.

Manca: “La foto con il busto di Mussolini? E’ stata strumentalizzata, il messaggio era assolutamente antifascista”

D: Lei ha scelto di non rimuovere la sua famosa foto con il busto di Mussolini, perché? Che messaggio voleva dare? E alla luce delle tante polemiche scaturite, oggi la rifarebbe?

R: Bisogna conoscere la storia di quella foto. Io sono abituata a non cancellare niente. E’ una foto di un post che ho fatto nel 2016 al raduno annuale del Movimento 5 Stelle a Bologna.  Ci siamo ritrovati in questa trattoria dove c’era una nicchia con le foto e il busto di Mussolini. Quando ho postato quella foto ho scritto un post che aveva una connotazione chiaramente anti-fascista.

Ho scritto “la sua testa in mano” per significare che io, il Movimento e il popolo eravamo più forti del fascismo e di Mussolini. Quella foto poi è stata estrapolata dal contesto e dalla frase con la quale io l’avevo postata ed è sta assolutamente strumentalizzata e da qui poi è diventata virale. Ma quella foto nasce come una foto assolutamente antifascista. La rifarei? Assolutamente sì, io sono nata antifascista e morirò antifascista.