Esistono molte considerazioni da fare su quanto contante si possa versare sul proprio conto corrente, una questione che suscita l’interesse di numerosi risparmiatori. L’utilizzo del contante per pagamenti ha subito restrizioni negli ultimi anni a causa della sua non tracciabilità, facilitando transazioni non dichiarate e l’evasione fiscale.
Quanti soldi si possono mettere in banca al mese?
In teoria, non esiste un limite al versamento in contanti sul conto corrente. Chiunque abbia una somma di denaro liquido può accreditarla senza ostacoli legali. Tuttavia, questa operazione potrebbe comportare controlli da parte delle Autorità per verificare la provenienza del denaro, specialmente in caso di versamenti frequenti o di importi elevati.
Sia attraverso sportelli automatici che in filiale, tali operazioni possono attivare controlli delle autorità per accertare l’origine del denaro. L’Agenzia delle Entrate, fino a prova contraria, può presumere che somme versate in contanti siano evasione fiscale.
Il contribuente può difendersi dimostrando che ha già pagato le tasse su quella somma, ad esempio, attraverso una tassazione alla fonte o dimostrando che si tratta di somme non tassabili, come donazioni o vendite di beni usati. Sostenere che si tratti di denaro già posseduto senza prove concrete non è sufficiente.
In questi casi, l’onere della prova si inverte, e chi viene accusato deve fornire prove analitiche che il versamento sospetto è lecito. Non esiste il contraddittorio preventivo, e se l’utente non riesce a giustificare l’accredito, l’Agenzia delle Entrate può considerarlo come frutto di evasione fiscale.
La conseguenza può essere la tassazione della somma e sanzioni per mancata dichiarazione. Si raccomanda che piccoli versamenti occasionali di contante dovrebbero essere poco problematici, ma somme rilevanti potrebbero attirare l’attenzione delle autorità fiscali.