Il cadmio è un metallo pesante tossico che può rappresentare una seria minaccia per la salute umana quando presente negli alimenti.
Può contaminare il cibo attraverso varie vie, come l’inquinamento ambientale, l’uso di fertilizzanti e pesticidi contenenti cadmio, e l’accumulo nelle piante da fonti di acqua o terreno contaminati.
È di poche ore fa la notizia di alcune marche di riso carnaroli in cui è stato rinvenuto il cadmio. Vediamo quali sono gli effetti di questo metallo sulla salute e come prevenire l’esposizione.
Quali sono i pericoli del cadmio negli alimenti
Il cadmio è uno dei metalli pesanti più tossici e purtroppo ci troviamo spesso esposti ad esso attraverso il cibo che consumiamo.
Uno dei principali colpevoli è l’uso diffuso di fertilizzanti minerali fosfatici da parte degli agricoltori. Il cadmio presente in questi fertilizzanti si trasferisce alle piante e finisce quindi sulle nostre tavole.
Classificato come “cancerogeno definitivo” per l’uomo e dannoso per la riproduzione, il cadmio può causare problemi ai reni e rendere le ossa più fragili, aumentando il rischio di osteoporosi e fratture. È una sostanza che dovremmo evitare, ma spesso finiamo per ingerirla senza nemmeno accorgercene, proprio attraverso gli alimenti che mangiamo.
Purtroppo, dopo il fumo, il cibo è la principale fonte di esposizione della popolazione al cadmio. Addirittura il 15% dei bambini supera la dose settimanale raccomandata, e il rischio per la salute non può essere escluso, specialmente nei bambini sotto i 3 anni.
Ad oggi l’esposizione al cadmio sembra essere in aumento, soprattutto attraverso il consumo di cibi come il pane e le patate. E nell’ultimo caso denunciato da Altroconsumo, il riso.
Quanto è tossico il cadmio per l’uomo
L’esposizione al cadmio può avere gravi conseguenze sulla salute umana, con danni potenziali a vari organi e sistemi del corpo.
L’esposizione prolungata a questo metallo provoca problemi ai reni, fragilità ossea, problemi respiratori, disturbi riproduttivi e un aumento del rischio di cancro.
In particolare, il cadmio è stato associato al cancro dell’apparato respiratorio, come i tumori polmonari, quando viene inalato.
Inoltre i pericoli del cadmio negli alimenti sono stati associati a un aumento del rischio di sviluppare tumori ormono-dipendenti come quelli della prostata, del seno e dell’endometrio.
Alcuni studi hanno anche evidenziato un collegamento tra l’esposizione al cadmio e il rischio di cancro alla tiroide. Queste scoperte sottolineano l’importanza di limitare l’esposizione al cadmio e adottare misure preventive per proteggere la salute.
Dove si trova il cadmio
Il cadmio si trova principalmente nei terreni, nell’aria, nell’acqua e nel cibo, provenendo sia da fonti naturali che antropiche.
Nei terreni, il cadmio è presente a basse concentrazioni nella crosta terrestre, ma alcuni tipi di terreno possono contenere quantità più elevate, specialmente in aree inquinate o a causa dell’uso di fertilizzanti fosfatici contaminati.
Nell’aria, il cadmio può essere disperso dai suoli o rilasciato durante processi industriali come la raffinazione dei metalli non ferrosi, la combustione di carbone e prodotti petroliferi, o l’attività degli inceneritori.
In acqua, il cadmio può provenire dall’alterazione dei materiali della crosta terrestre, dall’erosione del suolo o da scarichi industriali, fertilizzanti, e ricadute atmosferiche da attività industriali.
Nel cibo, il cadmio rappresenta la principale fonte di esposizione per la popolazione non fumatrice. Può essere presente in vari alimenti a seguito dell’assorbimento delle piante dal terreno contaminato.
Nel 2009, l’EFSA ha stabilito una dose settimanale tollerabile di 2,5 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo come limite di sicurezza per l’assunzione di cadmio attraverso il cibo.
Alcuni alimenti sono responsabili della maggiore esposizione al cadmio. Questi includono il pane e i prodotti a base di pane secco, le patate e i loro derivati, le verdure, i molluschi e i crostacei, le piante a foglia verde come insalate, cavoli e spinaci, e i cereali come il grano e il riso.
Inoltre, i fumatori sono esposti al cadmio anche attraverso il fumo delle sigarette, poiché una singola sigaretta può contenere circa 2 microgrammi di cadmio. Quando si fuma, il cadmio viene inalato sotto forma di particelle fini di ossido di cadmio, che possono depositarsi nei polmoni.