Muore in carcere a Padova un giovane detenuto per cause naturali, ma scoppiano i disordini e le proteste nelle aree della casa circondariale. Il Sappe incalza il governo e denuncia la situazione penitenziaria sempre più critica.
Disordini e proteste al carcere di Padova, dopo la morte di un detenuto
È il Sappe a dare la terribile notizia di un’altra vita che si è spenta in una cella: si tratta di un giovane italiano detenuto nel carcere di Padova. Il ragazzo, di età sotto i 30 anni, è morto per cause naturali, ma l’evento ha profondamente scosso i detenuti.
Disordini e proteste, quindi, sono scoppiati in alcune aree del carcere, dove alcuni nordafricani e altri detenuti hanno minacciato di farsi e far saltare in aria il personale della polizia penitenziaria con bombolette di gas.
Dura la replica del sindacato, che denuncia nuovamente la difficile situazione penitenziaria italiana e comunica la triste notizia:
Già la notizia della morte di un detenuto in carcere, per cause naturali, è triste e grave, ma amareggia ancora più che ciò ha indotto altri detenuti a scatenare violenze inaudite e inaccettabili. Verso le 10 dopo il decesso per cause naturali dell’uomo (italiano e di età sotto i 30 anni), altri detenuti (soprattutto nordafricani) hanno iniziato a protestare e il personale di Polizia penitenziaria, come sempre sottorganico, con non poche difficoltà ha gestito l’evento riportanti tutto alla calma. Purtroppo, solo per poche ore
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece ha spiegato che:
Nel pomeriggio e sino alla sera si sono registrati episodi di violenze, in particolare nei due Blocchi detentivi II e IV, sia tra di loro che a danno del personale di Polizia: verso le 16.30/17, sono iniziati dei disordini nel IV Blocco, dove si è registrata prima una colluttazione tra detenuti e, successivamente, delle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, con due agenti contusi poi inviati al Pronto soccorso
Inoltre, sembra che nel tardo pomeriggio, intorno alle 18.30, altri episodi violenti sono esplosi nel II Blocco, sedati con notevole sforzo dalle forze dell’ordine della polizia penitenziaria, già sotto forte stress e sotto minaccia:
Il tempestivo intervento dei poliziotti, già sotto stress e fortemente oltraggiati e minacciati, è riuscito a scongiurare rissa e aggressioni al personale. Ma un detenuto si è parato davanti a un poliziotto urlando “Allah è grande” e, brandendo in mano una bomboletta di gas, minacciava di farsi e farli saltare. Fortunatamente, non è accaduto nulla e il personale di Polizia è riuscito a far rientrare la situazione dopo una lunga ed estenuante mediazione
La situazione del sovraffollamento delle carceri, la mancanza di personale e la precaria condizione dei detenuti rendono sempre più urgente un intervento mirato, come sottolinea Capece stesso:
Chiunque, ma soprattutto chi ha ruoli di responsabilità politica ed istituzionale, penso in primis ai sottosegretari alla Giustizia Delmastro e Ostellari, ognuno per quanto di competenza per delega ministeriale, dovrebbe andare nella Casa di reclusione di Padova a vedere come lavorano i poliziotti penitenziari. E’ sotto gli occhi di tutti che la situazione penitenziaria è sempre più critica