Il successo di Btp Valore tra gli investitori italiani è notevole: la prima emissione del 2024 ha superato le aspettative del ministero dell’Economia e delle Finanze, raccogliendo quasi 15 miliardi di euro dall’inizio del suo lancio il 26 febbraio. Questo titolo di Stato, con una durata di 6 anni e un tasso variabile, si presenta come una scelta interessante per chi desidera preservare il proprio capitale per un periodo considerevole, al riparo dall’inflazione, ottenendo al contempo un rendimento marginale. Tuttavia, nel panorama italiano attuale, esistono anche altre alternative di investimento a 6 anni rivolte ai piccoli risparmiatori. Esploriamole.
Btp Valore, il confronto con gli altri Titoli di Stato
Btp Valore garantisce un tasso cedolare minimo del 3,25% per i primi tre anni, con un incremento al 4% per il secondo triennio. In aggiunta, si applica un premio finale di fedeltà dell’0,7% per coloro che acquistano Btp Valore e lo mantengono fino alla scadenza naturale.
- Btp aprile 2030 Il Btp aprile 2030 presenta una cedola dell’1,35% e un rendimento del 3,55%, senza premio a scadenza. Al 26 febbraio, il suo valore è quotato a 88,8. Nel caso di recupero di credito fiscale a seguito di eventuali minusvalenze, il rendimento netto potrebbe superare quello del Btp Valore in collocamento. Tuttavia, è importante notare che, se l’investitore predilige un flusso cedolare garantito, come nel caso del Btp Valore, il Btp aprile 2030 mostra una dinamica cedolare inferiore.
- BTpi L’indice BTpi è collegato all’inflazione europea, con una cedola reale dello 0,4% e un rendimento reale dell’1,74%. La scadenza è fissata al 15 maggio 2030. Secondo Mario Allegra, responsabile investimenti Alfa Scf, intervistato da Il Sole 24 Ore, “risulta essere più vantaggioso del nuovo Btp Valore (senza premio) quando l’inflazione media europea annuale supera l’1,90% (inflazione implicita)”. Tuttavia, si segnala che questo titolo potrebbe risultare relativamente costoso, mantenendo il prezzo attuale elevato a causa dell’incorporamento del tasso di inflazione accumulato dalla sua emissione.
- BTp Italia Il BTp Italia offre una cedola reale dell’1,6%, con scadenza prevista per fine giugno 2030 e un rendimento reale al 2,51%. “In questo caso, l’inflazione implicita è molto più bassa, circa l’1,15%, poiché l’inflazione italiana potrebbe essere inferiore alla media europea, come osservato nel 2023”, spiega Allegra. Un vantaggio di questo titolo è che attualmente non paga un tasso di inflazione, quindi può essere acquistato senza ulteriori costi poco sopra il valore di 95.
Btp Valore, il confronto con i Buoni Fruttiferi Postali
I buoni fruttiferi postali rappresentano una scelta popolare tra i piccoli risparmiatori, distribuiti da Poste Italiane e emessi da Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dallo Stato italiano. Per coloro che desiderano impegnare parte del loro patrimonio in titoli di Stato per un periodo di 6 anni, esistono interessanti alternative disponibili presso gli uffici postali.
- Buono 3×2 Questo prodotto offre interessi al completamento del primo triennio, con un tasso dell’1,25% lordo. Alla fine del sesto anno, gli interessi salgono al 2,25% lordo.
- Buono Rinnova Dedicato a chi ha rimborsato un buono fruttifero postale scaduto dall’1 agosto 2023. Gli interessi maturano al completamento del primo triennio, con un rendimento lordo dell’1,75% alla fine del terzo anno e del 2,50% alla fine del sesto anno.
- Buono Risparmio Sostenibile Con una durata massima di 7 anni, ma con possibilità di chiusura anticipata. Gli interessi lordi variano progressivamente da 0,50% nel primo anno a 2% alla fine del settimo anno. È previsto un premio extra per chi mantiene la sottoscrizione fino alla chiusura del settimo anno.
- Buono 3×4 Anche questo prodotto offre interessi crescenti, con possibilità di chiusura anticipata. Gli interessi lordi sono del 1,25% dopo 3 anni, 1,75% dopo 6 anni, 2% dopo 9 anni e 2,50% dopo 12 anni.
- Buono Ordinario Con una durata fino a 20 anni, questo prodotto offre interessi crescenti, partendo dal 0,50% nel primo anno fino al 2,75% al ventesimo anno.