Tensione e frizioni sempre più forti fra Russia e paesi baltici. Il confine fra paese russo e Lettonia, Estonia e Lituania potrebbe diventare rischia di vedere un improvviso aumento di persone che dai tre paesi baltici tornano alla Russia.
Il motivo sta nelle leggi che in Lettonia chiedono ai cittadini russi di conoscere la lingua lettone per restare nel paese, altrimenti scatta l’espulsione. Per il presidente della Russia Vladimir Putin queste leggi sono una minaccia alla stabilità del proprio paese.
Russia, Putin critica le leggi sulle espulsioni dei cittadini russi: la Lettonia pronta ad espellere 1.200 cittadini russi
Per anni facenti parte dell’Unione Sovietica e prime a rendersi indipendenti agli inizi degli anni ’90, Estonia, Lettonia e Lituania condividono con la Russia una lunga frontiera, anche con l’enclave di Kaliningrad, dove è presente uno dei più grandi arsenali di armi al mondo.
La preoccupazione che la Russia decida di attaccare i tre paesi baltici è alta fin dal febbraio 2022, quando ad essere invasa è stata l’Ucraina. In quei tre paesi un problema spinoso è rappresentato dalle minoranze di cittadini russi, che hanno mantenuto la cittadinanza originaria ed usi e costumi del loro paese d’origine.
Possono rappresentare una “quinta colonna” in caso di invasione russa? In Lettonia hanno deciso di affrontare il problema istituendo un “test di cittadinanza“: i cittadini russi che non dimostrano la conoscenza della lingua lettone potrebbero essere espulsi dalla Lettonia. Anche in Lituania ed Estonia sono al vaglio misure analoghe.
Una decisione che potrebbe coinvolgere circa 1.200 cittadini russi in Lettonia, che non hanno passato il test di cittadinanza. Vladimir Putin, presidente russo, ha criticato aspramente questa decisione:
Gli eventi attuali nei Paesi baltici, inclusa l’espulsione di russi dalla Lettonia, incidono sulla sicurezza del nostro Paese.
Senza passare quel test, non è possibile rinnovare il permesso di soggiorno e al momento l’unica alternativa sarebbe il ritorno in Russia. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, ha definito questo passo una provocazione che spaventa i residenti di lingua russa del Paese.
Putin ha già chiesto al Ministro degli Esteri ed al Consiglio presidenziale per i diritti umani di elaborare una legge che protegga a partire dal 1° luglio i cittadini russi residenti nei paesi baltici.